Giuni Russo, Verdi, il jazz: note senza limiti

La riedizione del disco “A casa di Ida Rubinstein”, con nuove registrazioni di grandi musicisti e dell'amico Franco Battiato

13/06/2011

Ci sono dischi che sfuggono al tempo e alle catalogazioni. “A casa di Ida Rubinstein 2011” di Giuni Russo è uno di questi, un gioiello che testimonia se ce ne fosse ancora bisogno l'unicità dell'artista siciliana e il rimpianto per la sua prematura scomparsa avvenuta nel 2004. Facciamo un passo indietro.

Nel 1988 Giuni, stanca di essere etichettata come una cantante da tormentoni estivi come “Un'estate al mare” o “Alghero” decide, con l'aiuto dell'amico Franco Battiato, di dare una svolta radicale alla sua carriera con il disco “A casa di Ida Rubinstein”: un esperimento che non aveva eguali nel panorama musicale italiano, ma non solo. Scelse otto arie da camera di Vincenzo Bellini, Gaetano Donizetti e Giuseppe Verdi e pur rispettandole fedelmente nel loro andamento melodico, le contaminò con atmosfere blues e jazz. Il disco ovviamente scomparve quasi subito e oggi è una rarità per collezionisti. Questa nuova riedizione quindi colma una lacuna, ma fa molto di più perché gli arrangiamenti sono stati completamente rifatti con l'apporto di grandissimi musicisti: il jazzista Paolo Fresu che suona la tromba e il flicorno in tre brani; il pianista e compositore americano Uri Caine che impreziosisce “Nell'orror di notte oscura” di Verdi e “A mezzanotte” di Donizetti; l'organo hammond del virtuoso Brian Auger che innerva “Vanne o rosa fortunata” di Bellini; e infine la voce sommessa di Franco Battiato che fa da controcanto a quella dell'amica Giuni in “Le crépuscule” di Bellini (su testo di Victor Hugo).

Non si immagini un disco ostico, buono solo per palati fini o che si considerano tali. Basti ascoltare “La zingara” di Donizetti con la voce cristallina di Giuni che si dà il cambio con la tromba insinuante di Fresu: bellezza allo stato puro, che chiunque può godere. Il disco è inoltre accompagnato da un Dvd contenente una registrazione video inedita del 1991 a Monza in cui Giuni esegue le 8 arie del Cd più altri brani del suo repertorio, da “L'addio” a “Nomadi”. Giusto per aumentare ancor di più il rimpianto.

Eugenio Arcidiacono
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