02/11/2011
Ci sono dischi che funzionano come una cura: dopo che li hai ascoltati, ti senti meglio. “Cello songs” di Sarah Jane Morris è uno di questi. La cantante inglese, ormai italiana d’adozione, ha scelto dieci pezzi, spaziando da Tracy Chapman a Pino Daniele a Debussy, ha aggiunto una manciata di inediti e li ha cantati con la sua voce unica facendosi accompagnare da un ensemble di violoncelli e da virtuosi del calibro di Danilo Rea (pianoforte), Fabrizio Bosso (tromba), Dominic Miller (già chitarrista di Sting). Il risultato è un caleidoscopio di emozioni che avvolge dall’inizio alla fine.
Data l’alta qualità complessiva, ci limitiamo a segnalare gli episodi più singolari, partendo dalla rivisitazione di “Alleria” di Pino Daniele. La Morris mantiene solo i primi due versi di ogni strofa del testo originale napoletano e traduce il resto in inglese, esaltando i colori jazz del brano grazie anche alle improvvisazioni pianistiche di Rea. “Love is pain” è il tema di “C’era una volta in America” sul quale la Morris ha creato un testo che calza a pennello con la malinconica melodia composta da Ennio Morricone. La stessa operazione viene compiuta con identica classe con “Moonlight”, in cui la cantante ha rivestito di parole una struggente melodia composta da Claude Debussy. In “Blue Valentine”, invece, la Morris si immerge totalmente nel mondo dell’autore Tom Waits: la voce si fa ancora più scura, quasi disperata. Infine, gli inediti: in molti dischi imperniati su cover sono poco più che riempitivi. Qui invece, ci sono tre brani scritti dalla stessa Morris che non sfigurano per nulla accanto agli altri e un autentico gioiello: “She always hangs out her washing”. È una ballata dai sapori medievali scritta apposta per Sarah nientemeno che da Boy George: poco più di due minuti di pura delizia.
Eugenio Arcidiacono