Jeans Music, la classica senza frac

Il direttore d'orchestra Matthieu Mantanus organizza un concerto di musica sinfonica fuori dagli schemi: contatto con il pubblico, luci, abbigliamento informale...

20/02/2013
Il direttore Matthieu Mantanus (credit: Elisa Di Marco).
Il direttore Matthieu Mantanus (credit: Elisa Di Marco).

Una calca allegra e chiassosa che aspetta con trepidazione l’inizio del concerto, sul palco effetti di luci colorate, una star in jeans. Movimenti lenti e silenziosi, colpi di tosse soffocati per non far rumore, buio in sala e un fascio di luce bianca a illuminare un direttore in frac. Ci vuole un attimo a capire quale dei due è un concerto di musica classica. Un rituale affascinante, ma sempre più lontano dalla realtà di tutti i giorni, fatta soprattutto di immagini e parole. Un rituale che comincia ad annoiare anche gli addetti ai lavori, tanto che proprio a un giovane direttore d’orchestra, Matthieu Mantanus, è venuta in mente l’idea di Jeans Music, un concerto di musica sinfonica diverso, uno spettacolo che sia un’attrazione per tutti, soprattutto i giovani, e non solo per gli abbonati annuali. Allievo di Sinopoli e Maazel, Matthieu Mantanus, 34 anni, è direttore principale dell’Orchestra di Ravenna, ha diretto numerose orchestre sia in Italia sia all’estero.


Come è nata l’idea di organizzare Jeans Music? 
«È una decisione maturata in tanto tempo perché la tipologia classica del concerto di musica sinfonica non mi convince più: platee piene solo di abbonati, ogni brano riproposto sempre con lo stesso rituale, la mancanza di contatto tra l’orchestra e il pubblico, il silenzio irreale, serate tutte uguali che finiscono per farmi mancare la motivazione. Questa struttura ingessata non giova né alla musica né agli artisti, intrappolati in modalità tradizionali. E così è venuta la voglia di divincolarsi, di dire che la musica è fatta di tante altre cose»

Cosa ha di particolare il concerto che stai organizzando? 
«Jeans music si svolgerà a fine maggio a Milano, data e luogo esatti sono ancora in via di definizione (www.jeans-music.com). L’evento si basa su tre pilastri: parola, vestiti, luci. Alla base di tutto c’è il rapporto con il pubblico: in qualunque concerto pop o rock l’artista parla con chi ha di fronte, anche solo per gridare “Ciao Bologna!”. Solo noi continuiamo a ridurre al minimo il contatto con chi ascolta, a volte il direttore nemmeno si volta. Nei miei 15 anni di esperienza ho visto invece quanto la parola riesca a intrigare e a migliorare la fruizione della musica. Se tu spieghi quello che stai per suonare e dai un’immagine, il pubblico segue con più passione. La sinfonica non è una musica d’elite, riservata a un ristretto gruppo di intenditori».

Il sito di Jeans Music.
Il sito di Jeans Music.

Perché abbandonare il frac? 
«Non è un vestito elegante, ma desueto: nessuno indossa più il frac dalla fine della Grande guerra! Mettersi in jeans significa semplicemente dire: noi sul palco siamo come voi, non facciamo parte di un’altra dimensione. Così la scelta di giocare con le luci: si parla di uno spettacolo, deve accontentare anche l’occhio. Molti pensano che la luce bianca, ferma, aiuti il pubblico a concentrarsi, ma sappiamo benissimo che dopo qualche minuto davanti a 60 persone vestite tutte uguali lo spettacolo diventa noioso e si comincia a fissare lo sguardo sull’orchestrale che suda di più, quello con una gamba di legno o con i capelli spettinati!»

In programma c’è anche l’Eroica di Beethoven, a cui avevi già dedicato un libro per bambini, Una giornata Eroica. Perché proprio questa sinfonia? 
«Beethoven segna un momento di cesura nella storia della classica e l’Eroica è stata un’opera rivoluzionaria. Anche questo concerto vuole essere una rivoluzione nel modo di fare musica. Fino a oggi sono stati fatti dei piccoli tentativi, ma mai in maniera decisa e anche l'impegno costante di tutti i teatri per avvicinare i giovani alla musica non è sufficiente. Ci deve essere un cambiamento forte e questo può avvenire solo in un Paese come l'Italia dove la classica ha una storia importante» 

Un concerto pensato su misura per i giovani, dove ha un ruolo importante anche il web. Come? 
«È pensato anche per i giovani, ma più in generale per tutte le persone che ogni giorno usano internet: la comunicazione è parte integrate del progetto, anche utilizzando il web in modo social si avvicina il pubblico alla musica. Su internet di potrà seguire la preparazione del concerto, dalla selezione dell’orchestra alle riunioni, dal montaggio alle prove. Per poi vederci di persona al concerto». 

Eleonora Della Ratta
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