16/02/2013
Antonio Maggio ha vinto l'edizione di Sanremo 2013 nella categoria Giovani.
Il primo pensiero quando ha vinto è stato per mamma e papà presenti in platea. “Ma per poterli abbracciare ho dovuto aspettare un'ora”. Antonio Maggio, 26 anni da Squinzano (Lecce), è ancora emozionatissimo dopo la vittoria di ieri a Sanremo nella categoria Giovani. “Stanotte sono riuscito a dormire solo un'ora e un quarto”.
- Adesso hai vinto, ma dopo aver vinto nel 2008 “X Factor” con gli Aram Quartet eri praticamente sparito. L'anno scorso hai tentato per la prima volta la strada da solista a Sanremo ma non è andata bene. Non hai mai pensato di mollare tutto?
“No, la musica è la mia vita. Anche se avessi dovuto tornare a cantare solo nei piccoli locali non avrei mai rinunciato a cantare. Non a caso la prima dedica che ho fatto nel mio nuovo disco è alla mia testa dura, o capa tosta come diciamo in Puglia”.
- Quando è nata la tua passione per il canto? Ci sono altri musicisti in famiglia?
“No, ma è una cosa che sento dentro fin da bambino. Mio padre mi racconta che quando avevo due o tre anni lo costringevo a registrare le sigle dei programmi televisivi che mi piacevano di più come “Quelli della notte”. Poi, mentre le immagini scorrevano, io salivo su una sedia e mi mettevo a cantare: “Ogni giorno la vita è una grande corrida, ma la notte no...”. I miei genitori sono stati bravi a capire che quella per il canto per me non era solo una semplice passione. Mi hanno spinto a studiare, anche se io sono sempre stato un pessimo allievo, uno “scapocchione” come diciamo sempre in Puglia”.
- Da chi è composta la tua famiglia?
“Oltre a me e ai miei genitori, c'è mio fratello Salvatore che ha 18 anni. Io e lui ci chiamiamo come i nostri nonni. In paese siamo 'Ntunuccio e Tutino”.
- Oltre al tuo amico Renzo Rubino, con cui hai duellato fra i Giovani, un altro pugliese si è esibito all'Ariston: Al Bano. Lo hai sentito?
“Sì, mi ha fatto i complimenti. Del resto il suo paese, Cellino San Marco, dista dal mio appena 4 chilometri e mi capita di vederlo spesso, anche a bordo del suo trattore” .
- Nel tuo nuovo Cd, “Nonostante tutto”, c'è una canzone che si intitola “Doretta mia”. Chi è?
“E' la donna che mi piacerebbe incontrare per costruire un futuro insieme. Una donna che mi dia la tranquillità, la serenità di cui ho bisogno”.
- Chi ti è piaciuto di più fra i Big?
“La canzone mononota di Elio e le storie tese è davvero pazzesca. Ma mi piacciono molto anche i brani dei cantautori, da Simone Cristicchi a Max Gazzè a Daniele Silvestri”.
- Il presidente della Giuria di qualità, il maestro Nicola Piovani, ha dichiarato che i giurati hanno apprezzato la leggerezza della tua canzone in contrapposizione al “profondismo” e al “dolorismo” che non tutti possono permettersi.
“Mi fa un enorme piacere ricevere questo giudizio da uno dei più grandi musicisti del mondo, soprattutto perché riflette in pieno il mio obiettivo di cantante e musicista: suscitare un sorriso in chi mi ascolta, aiutarlo a dimenticare per qualche minuto i suoi problemi. In queste serate, mentre cantavo, ogni tanto cercavo di sbirciare le reazioni del pubblico in sala. Ho sempre visto gente allegra e allora ho pensato che, comunque fosse andata, io avrei già vinto”.
Eugenio Arcidiacono