Marcondiro, meglio tardi che mai

A 34 anni, il bel debutto del cantautore calabrese, fra rock e giochi di parole e un po' di polemica contro il mondo discografico

15/05/2011

"È l'ennesima canzone che mi invento, la compongo, scrivo e canto. Ci metto anima e passione e tutti mi dicono: che talento. Sì, lo so che sono parenti e amici o magari incompetenti. Ma ho ragione di pensare che sono bravo, perché è vero, me lo sento. Stringo i denti ma accidenti se è difficile 'sto mondo. Vado avanti in mezzo ai tanti, ma alla fine io la spunto e sfondo”. Questi versi, che aprono la canzone “Pezzo di me“, Marcondiro li ha scritti pensando a sè stesso, ma chiunque abbia la sua età, 34 anni e si arrabatti fra lavori più o meno precari, può facilmente riconoscersi. Cosentino, ha fatto una lunga gavetta prima di arrivare a incidere "SpettAttore", il suo disco d'esordio. Ha studiato recitazione, jazz e dal 2003 al 2006 ha ideato uno spettacolo, “Radioconcerto“, ispirato alla storia della radio in Italia, che ha presentato anche in Canada e a Dublino. Dal 2008 compone colonne sonore per la Rai.

Per incidere un disco tutto suo, però, ha dovuto aspettare fino ad ora e l'opportunità gliel'ha data una piccola etichetta discografica, la Just1Records. Questo significa che, a meno di miracoli, difficilmente le sue canzoni passeranno nelle radio che contano. Se riusciranno a imporsi sarà solo grazie al passaparola e all'attività live. E se così non dovesse essere, sarebbe davvero un peccato perché “SpettAttore" è davvero un gran bel disco: 13 canzoni che si impongono già al primo ascolto grazie alla freschezza delle melodie unite ad arrangiamenti semplici ma mai banali, in cui si combinano felicemente chitarre rock, archi e stumenti della tradizione popolare come il tamburo a cornice e la lira calabrese. Anche i testi non sono affatto scontati, con un gusto particolare per i giochi di parole per il nonsense che traspare fin dal titolo del disco, “SpettAttore", con cui Marcondiro ha voluto sottolineare lo stretto contatto che si crea fra chi crea un'opera d'arte e chi la fruisce diventando lui stesso parte del processo creativo. Auguriamo a Marcondiro che questo contatto si realizzi davvero.

Eugenio Arcidiacono
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