13/05/2010
Karima Ammar, 25 anni.
A volte le fiabe concedono il bis. Quella che vi racconto potrebbe intitolarsi “Il fattore B” e vi spiego perché. Nel 1997 Mike Bongiorno conduceva un programma che era l’antesignano di quelli dove cantano i bambini tanto in voga oggi. Si intitolava Bravo bravissimo e Mike, qualche volta, mi chiedeva un parere sui suoi giovani concorrenti. Lì vidi nascere Valerio Scanu, il vincitore dell’ultimo Festival di Sanremo, lì conobbi, ma solo per la voce, una bimba, Karima Ammar, di padre algerino e madre italiana, che aveva 12 anni e secondo Mike cantava come Madonna. Andai ad ascoltarla e capii l’accostamento a Louise Veronica Ciccone: il pezzo era Don’t cry for me Argentina, tratto da un musical sulla vita di Evita Peron che, trasformato in un film, era stato interpretato da Madonna. La voce era calda, corposa, persino “soul” nonostante l’età, quindi nessun dubbio sul suo valore. E questo è il primo effetto della fiaba “Fattore B” dove “B” sta per Bongiorno.
Oggi quella ragazza, che è certamente più che un progetto di star, si accinge a conquistare il mercato americano: la Disney la sceglie per cantare tutte le canzoni di La principessa e il ranocchio (2009), e oggi è di nuovo “Fattore B”, quello di Burt Bacharach, uno dei miti della musica mondiale. A lui Mimmo D’Alessandro, un intraprendente produttore italiano, fa ascoltare la voce di Karima ed è subito “cotta”, tanto che Burt accetta di venire al Festival di Sanremo per accompagnarla al piano in Come in ogni ora. Dopo il Festival l’idillio non finisce e Bacharach chiede a Karima se le va di incidere tutto un album con lui. Se è sì, lo raggiunga a Los Angeles. Nel frattempo lei è special guest nella tournée italiana di Bacharach. Ora l’album è finito ed è tempo di incontrare la protagonista della doppia fiaba. Karima (in arabo vuol dire “generosa”) abita sulle colline che sovrastano Livorno e dalle sue finestre si vedono la città e il mare.
– Com’è la tua famiglia?
«Mio padre fa il muratore, la mamma è commessa in un ipermercato. Si sono conosciuti in Italia e dopo otto anni di matrimonio sono arrivata io».
– Io da Mike ho sentito solo la tua voce ma non ti ho mai vista. Com’eri vestita?
«Un incubo: mi avevano dato un vestito con disegni di rose blu e rosse, era tanto largo che hanno dovuto raccogliere imiei capelli in una coda, per coprire la “pence” che c’era dietro; le scarpe, rosse, erano strette, io porto il 38 e quelle erano un 36 e mezzo».
Dieci anni dopo Karima tenta la carta Amici, ma viene bocciata. «Io», dice, «ci avevo messo una pietra sopra, ma mia mamma insisteva e così l’anno scorso mi sono iscritta come concorrente di ginnastica artistica, disciplina che avevo praticato a lungo. Morale: mi fanno anche cantare, mi prendono e arrivo addirittura in finale. Poi la favola. A Los Angeles: prima le prove nella villa di Bacharach, a Beverly Hills: lui al piano e i suoi tre Oscar che sembravano giudicarmi dal ripiano del caminetto. Poi in studio: si registrava in presa diretta, una cosa che, mi hanno detto, non accadeva più da anni».
Curioso quest’incontro: una bella ragazza dai capelli lunghi, che sfiora il metro e 70 e parla benissimo l’inglese e un italiano che ogni tanto cede alla cadenza livornese. E la fiaba continua: La7 l’ha scritturata per Crozza Alive, che sino a giugno, ogni domenica in prima serata, segna il ritorno del comico in televisione. – Che farai? «Canterò una mia canzone per puntata e duetterò a sorpresa con Maurizio Crozza». Per la cronaca, una canzone dice: «Ma quanta ingenuità, leggo ancora l’Unità, compro il Foglio se vuoi, D’Alema capirà… Dammi una mano, siamo già Romina e Alfano, quanto c’è di Berlusconi in me, tanto Ghedini e un po’ di Santanchè». La favola finisce in satira. Ma presto Karima sarà l’ospite d’onore nei due concerti di Whitney Houston a Roma e a Milano. Mica male la ragazza!
Gigi Vesigna