08/02/2013
Petra Magoni e Ferruccio Spinetti, ovvero i Musica Nuda.
La premiata ditta Petra Magoni & Ferruccio Spinetti – alias Musica Nuda – rilancia. Passo dopo passo, in dieci anni tondi di carriera, il progetto del duo tosco-campano ha arricchito il proprio format espressivo. Solo voce e contrabbasso nel loro esordio del 2005, poi l’innesto di qualche strumento e di qualche ospite di riguardo nei successivi lavori, e adesso, il nuovissimo Banda Larga, il loro sesto album, inciso col supporto dell’Orchestra da Camera delle Marche…
«Abbiamo voluto fare e farci un regalo offrendo un altro volto del nostro progetto», dice Spinetti. «Io e Petra siamo due curiosi, ci piace sperimentare sempre nuove formule». «Diciamo che per festeggiare ci piaceva l’idea di vestirci un po’ a festa, come si fa per un anniversario importante: la presenza dell’Orchestra ha anche questo significato», conferma la Magoni.
Credo siate anche parecchio ottimisti, a fare un disco così “ricco” in tempi di crisi come questi.
Spinetti: «Sì, ma ci tenevamo a dare un segno di speranza. È inutile stare sempre a lamentarsi che le cose non vanno: bisogna rischiare in prima persona».
Magoni: «Ci vogliono coraggio e fiducia, anche in tempi difficili. E i primi a doverci credere sono proprio i musicisti, anche rischiando i propri soldi».
E dei vari X Factor e più in generale di questo strano vezzo per cui la fama spesso precede lo studio e l’applicazione?
Magoni: «Non amo questo tipo di cose. Soprattutto perché sono dei tritacarne basati sullo sfruttamento delle persone: giovanissimi che vengono lanciati, usati per un paio di stagioni e poi, tranne rare eccezioni, buttati via, indipendentemente dal loro talento. Il mestiere di musicista non può improvvisarsi, ci vanno anni di studio e di gavetta sul campo prima di confrontarsi col grande pubblico».
Come funziona il vostro rapporto artistico? C’è una suddivisione di compiti?
Spinetti: «È un perfetto fifty-fifty, e ogni scelta artistica la prendiamo insieme. È anche questione di carattere: io e Petra siamo diversissimi: io sono un tipo pacato, lei è molto più energica e impulsiva, a me piace la tranquillità domestica, a lei la vita all’aria aperta».
Il nuovo album dei Musica Nuda.
Il momento più bello e il più difficile di questi dieci anni?
Magoni: «Di belli ce ne sono stati davvero tanti; ti dirò che ogni volta che
dopo un concerto torno in camerino mi guardo allo specchio e mi viene da
ringraziare per la magia di questo incontro con Ferruccio e tutto quel
che ne è nato. Momenti difficili non direi, tutt’al più impegnativi o
faticosi: perché non è facile armonizzare i nostri impegni professionali
con quelli richiesti dalle nostre rispettive vite famigliari».
Il vostro stile è sempre stato difficile da catalogare. Anche in questo
nuovo disco spaziate con levità dal pop d’autore al jazz: è come se
foste alla ricerca di una classicità fuori dal tempo.
Spinetti: «Hai detto benissimo. Noi crediamo che uno dei “compiti” della musica
sia quello di regalare un po’ di leggerezza alla vita. Credo che certe
grandi canzoni conservino una modernità pazzesca proprio perché sono
state scritte uscendo dalla contemporaneità».
Paolo Conte, Pacifico, Kaballà, Joe Barbieri, Bungaro: un disco di
grandi firme…
Spinetti: «Sì, sono tutti artisti vicini a noi per sensibilità e affinità. Del
resto quando una canzone è scritta bene funziona sia se la si propone
con un orchestra che con sola voce e contrabbasso».
Magoni: «E prescinde da chi l’ha scritta, naturalmente; poi è ovvio che con
certi colleghi c’è anche un rapporto d’amicizia che va ben al di là del
lavoro».
Un paio di motivi per cui valga la pena comprare questo Banda
Larga.
Magoni: «Perché è bello, e la bellezza fa bene, sopratutto di questi tempi».
Spinetti: «Ho sentito Mariangela Melato dire “Io ho sempre fatto il mio lavoro
mettendoci il massimo dell’onestà e della sincerità”. Ecco, Banda Larga è
stato fatto con lo stesso spirito, senza ragionamenti strategici o
ruffianerie: speriamo che tutto questo arrivi alla gente e che possa
fargli una buona compagnia, magari viaggiando da soli in macchina o
davanti a un bel caminetto acceso».
Franz Coriasco