18/11/2012
Palazzo Altemps, a Roma, custodisce un ricco fondo musicale.
Sembra incredibile, ma nell’era in cui non c’è più nulla da esplorare sulla faccia della terra interi giacimenti artistici e musicali sono ancora tutti da scoprire. E le pietre preziose che tornano alla luce sono tante e spesso luminosissime. L’Associazione musicale Festina Lente da 20 anni è specializzata nel recupero e nello studio dello sconfinato patrimonio musicale italiano compreso fra Cinquecento e Settecento: lo ritrova, organizza eventi e lo esegue, riportandolo in vita.
Di particolare rilievo per l’Associazione sono le composizioni liturgiche legate alla città di Roma, ai palazzi storici, agli oratori e alle maggiori cappelle musicali, con attenzione per le personalità che ne furono promotrici. Per valorizzare le pagine ritrovate l’occhio dell’Associazione è molto vigile affinché riviva il rituale solenne della Roma seicentesca, capitale, fra le altre, dello “spettacolo” barocco.
La ricerca più recente ha posto l’attenzione sul fondo musicale della famiglia Altemps; un corpus musicale straordinario, destinato al palazzo di piazza Sant'Apollinare. Da domenica 18 novembre a mercoledì 19 dicembre l’ Ensemble “Festina Lente” diretto da Michele Gasbarro, propone per il Roma Festival Barocco “Inedita” – le musiche inedite di Palazzo Altemps.
Uno scorcio suggestivo di Palazzo Altemps.
Saranno ben quattro le prime esecuzioni in epoca moderna, tutte ambientate in
luoghi estremamente suggestivi della capitale: dai Responsoria e alla
Messa Hor le tue forze adopra a quattro voci e continuo di Felice Anerio
(1560 – 1614) che risuoneranno nel Palazzo nel quale sono stati creati,
alla Missa Laetentur caeli di Girolamo Bartei nella Chiesa di Sant'Agostino; per concludere con la Messa a 12 voci dello stesso Anerio
presso la Basilica di Sant'Apollinare.
In due appuntamenti presso la
Chiesa della Madonna della Clemenza e di Sant’Aniceto in Palazzo
Altemps, verrà poi riproposta la Celebrazione in rito antico
accompagnata dall'esecuzione di motetti, brani strumentali e canto
gregoriano. Per un immersione nel passato non nostalgica, ma desiderosa
di non disperderne valori, bellezza e significati.
Giorgio Vitali