20/01/2011
Una tipica espressione di Lorin Maazel mentre dirige.
Bruckner (1824-1896) è uno di quei compositori che si ama o si odia. La sua sensibilità e la sua religiosità lo portarono a creare una musica in cui si respira il desiderio e l'amore per la pace, la contemplazione, l'armonia degli uomini e del mondo. Per molti, la sua musica è un grande inno alla divinità, sincero e passionato.
A certi ascoltatori tutto ciò suona anacronistico, naif, fuori dalla realtà. A molti altri, invece, risulta gradevole, forse perché offre un rifugio dalle ansie, dallo stress, dalla bruttezza della realtà e dell'esperienza quotidiana. In tempi tanto caotici e sgradevoli, il bucolico Bruckner può insomma apparire moderno e attuale.
Un'ottima occasione per rispcorpire la sua musica è offerta dal cofanetto che contiene le sue 10 sinfonie, la parte più importante della sua musica, assieme al Requiem. E' il frutto di uno spettacolare ciclo di concerti tenutisi fra il gennaio e il marzo del 1999,
con interpreti l’Orchestra della Radio Bavarese e il direttore Lorin Maazel. L’organico tedesco aveva già alle spalle una lunga
tradizione bruckneriana che partiva dalle interpretazioni di Eugene Jochum. L'ascolto regala molte gioie, e un'oasi dallo squallore che ci assedia.
Paolo Perazzolo