Pieraccioni "stona" per i bimbi malati

Tutto cominciò grazie a Matteo, un piccolo fan affetto da tumore. Così il regista è tornato a fare il cantante a sostegno della Fondazione Cure2Children.

04/12/2012
Leonardo Pieraccioni durante la registrazione.
Leonardo Pieraccioni durante la registrazione.

Chi ha tutto, spesso, dimentica di aiutare chi è meno fortunato. Non è il caso di Leonardo Pieraccioni che, negli ultimi anni, ha sì collezionato un’incredibile serie di successi, trovato l’amore, scoperto le gioie della paternità ma, non per questo, si è disinteressato dei problemi che lo circondano. Lo stesso regista e attore toscano, d’altronde, ha dichiarato: «Chi dice che il successo ha delle controindicazioni, sbaglia. Il successo ha solo dei vantaggi. Tutto è più facile».

Per questo, spera, grazie al suo nome e al suo impegno di aiutare tanti bambini malati
. Tutto è nato dall’ incontro con Matteo, un suo piccolo grande fan affetto da tumore. Così si è avvicinato alla Fondazione Cure2Children, un’associazione fiorentina da anni impegnata sul fronte dei tumori e delle malattie del sangue dei bambini dei Paesi più poveri. Per loro è tornato a cantare realizzando il video clip Stonato, contenuto nel Dvd Natale con Cure2Children, in vendita dal prossimo 4 dicembre. Nel Dvd è prevista anche la versione karaoke di Stonato, un’intervista dello stesso Pieraccioni ai volontari di Cure2Children e foto di bambini curati e guariti che sorridono felici.


Leonardo ha preso a cuore questa causa perché la vicenda di Matteo l’ha profondamente colpito
e quando racconta questa triste storia la voce tradisce una grande emozione, ancora oggi dopo sei anni.

Come hai conosciuto il piccolo Matteo?

«Un giorno arrivò a casa un’auto dei carabinieri. Pensai subito che il mio amico Ceccherini l’avesse fatta grossa. Invece, stavano cercando proprio me. Era Dario, il babbo di Matteo, che mi chiedeva se avessi potuto esaudire il desiderio del figlio di 8 anni, ricoverato all’Ospedale Meyer di Firenze. Il piccolo voleva conoscerrmi personalmente. Ho accettato subito. Quando vidi Matteo mi resi conto che quello non sarebbe stato un incontro fine a sé stesso, ma che ci sarebbe stato dell’altro. Non so spiegare il perché, ma così è successo. Matteo ora non c’è più, non ce l’ha fatta. Il male ha stroncato la sua giovane vita. E allora Dario, insieme ad altri genitori che avevano vissuto la stessa dolorosissima esperienza, hanno pensato di tramutare questo dramma in energia. Così ha visto la luce Cure2children. È una piccola realtà, ma perfettamente funzionante. Fanno tutto con estrema trasparenza e traducono immediatamente in fatti quello che raccolgono. Il mio obiettivo è quello di dare visibilità alla Fondazione. C’è stato, però, un momento in cui anch’io sono stato preso dallo sconforto».

La copertina del Dvd a sostegno di Cure2Children.
La copertina del Dvd a sostegno di Cure2Children.

Perché?
«E triste e doloroso da raccontare. Il papà di Matteo dopo aver dato vita a questa associazione non ha retto alla perdita del figlio e si è tolto la vita. La moglie è stata fortissima per tutti. Mi ha fatto capire che il mio aiuto sarebbe stato indispensabile e di non mollare. Ed eccomi qui».

Per questo è nato Stonato?

«Sì. Avevo solo il titolo in testa, ma non la canzone. Allora ho chiamato il mio amico Beppe Dati, stimatissimo musicista e paroliere. Insieme, guardando l’Arno e pensando ai bambini che avremmo potuto aiutare, abbiamo composto Stonato. Le ricorrenze sono tante. Invece di regalare i calzini celesti allo zio Pino, che tanto non se li mette più, o la sciarpina viola, che a Firenze ce l’abbiamo tutti, si regala questo cofanetto che costa solo 8 euro. Perché vedere un bambino malato è innaturale, troppo difficile da accettare».

Sei tornato a cantare, alle origini, ma non avevi detto “Io sto al canto come Francescesco Guccini sta al cinema?”
«Sarebbe un ottimo risultato perché Francesco Guccini, in realtà, è intonatissimo anche come attore. Si diverte sul set ma la sua resistenza è limitata a soli 5/6 giorni. Io mi sono fermato a una canzone, anche se nel cassetto ne avrò una settantina».

Ti piace cantare, da sempre. Saresti ancora disposto a barattare il tuo primo tempo di un film con la folla di fan a un concerto di Biagio Antonacci?
«È vero. Avere davanti un pubblico come quello dei concerti che ti fa una standing ovation sarebbe impagabile».

I tuoi film escono ad anni alterni. L’anno scorso Finalmente la Felicità, quest’anno si salta…
«Sì, ma sto preparando un film che potremmo definire corale. Abbandono la commedia sentimentale, momentaneamente. Ho già un titolo, anche se provvisorio. Con tutta probabilità, chiamerà Un fantastico viavai. Ho intenzione di affontare il tema della nostalgia. Un 45enne, in crisi con la moglie, si trova a passare davanti a un polo universitario, alza lo sguardo e vede ragazzi e ragazze che studiano, ascoltano musica e vivono tutti insieme i momenti spensierati che lui non ha più. Da quel momento riaffiorano lontani ricordi…».

Cosa ne pensi di Renzi e come giudichi il suo operato di sindaco di Firenze?

«Diciamo che gli vogliamo così tanto bene come sindaco di Firenze che speriamo rimanga a fare il primo cittadino. Non possiamo correre il rischio che ne arrivi uno meno capace».

Tra poco festeggerai il secondo Natale con la piccola Martina. In poco tempo la tua vita è cambiata. Ti sei innamorato di Laura, è arrivata la bimba… Cosa vorresti trovare sotto l’albero per te e per la tua famiglia?

«Vorrei che rimanesse tutto così com’è. Non posso proprio chiedere di più».

E, intanto la piccola Martina si sente nel sottofondo del telefono. Ancora non parla ma ha già fatto capire tante cose al suo babbo.

Monica Sala
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