04/05/2012
Grandi direttori italiani: una storia che continua. Daniele Gatti, milanese cinquantunenne (con la passione anche della composizione), ha un curriculum da brivido (www.danielegatti.eu): Scala, Vienna, Bayreuth (tempio di Wagner), Salisburgo, Londra: tutto il meglio della musica internazionale. Ma parla dei suoi prossimi impegni con la naturalezza di chi, appassionato di montagna, non conosce le vertigini: Ora faccio Falstaff a Londra, con la regia di Robert Carsen. Poi finisco il mio rapporto con Zurigo: con Otello e Mathis der Maler di Hindemith. Quindi avrò ad agosto la Bohème di Puccini a Salisburgo. Dirigerò la Gustav Mahler Jugendorchester, e poi il ciclo completo delle sinfonie di Brahms con i Wiener Philarmoniker e passerò dall’Italia a Milano e Torino in più occasioni. E poi dirigerò tutte le sinfonie di Beethoven con l’Orchestre National de France a Parigi, con 5 nuove composizioni per ogni concerto. E non cita La Traviata con la quale inaugurerà la Scala nel 2013.
Come arrivare dunque tanto in alto?
Posso dire che se devo arrivare in vetta e ci arrivo attraverso una strada ferrata, ed ogni tanto mi riposo, arrivo alla vetta, ma nelle condizioni ideali. Se prendo l’elicottero….cosa succede? Che non riesco a respirare. Arrivare a certe orchestre a certe istituzioni, dal punto di vista umano ed artistico, è un cammino, un percorso di devozione nei confronti della musica. Io con i Wiener ho debuttato a 41 anni.
La sua carriera è nata a Milano, in Conservatorio, e poi con l’Orchestra Pomeriggi Musicali. E lei rimane legato all’Italia dove è stato direttore del Comunale di Bologna e dell’Orchestra di S. Cecilia. Come ricorda i primi anni?
Con molta tenerezza da un certo punto di vista, ma anche nostalgia. Penso di essere stato molto fortunato, perché in ogni momento della mia vita ho sempre fatto le cose adatte alla mia età. E mi dispiace dirlo, ma è una cosa che oggi si sta perdendo completamente. Oggi il rischio è di mandare tanti giovani talenti allo sbaraglio.
Cosa rappresenta per lei un concerto?
Andando avanti con la vita penso che un concerto debba regalare delle emozioni particolari. Per esempio cerco di fare sì che un’orchestra racconti una sinfonia al pubblico.
La frequentazione a Vienna fa venire in mente il Concerto di Capodanno.
Quando mi chiedono quando lo farò rispondo: dopo i 60 anni. E’ un concerto che non ha paragoni con nessun altro. Ed è un concerto difficilissimo.
Sentiamo le sue parole
GATTI SU CAPODANNO by famigliacristiana
E parliamo dell’ultimo disco dedicato a Debussy, con l’orchestra della quale è attualmente direttore, la National de France.
Sono le più importanti composizioni di Debussy. Le ho studiate negli ultimi 4 anni. E’ un’incontro con una orchestra che ha nel sangue queste pagine. Abbiamo lavorato e provato moltissimo.
Sentiamo un momento magico del famosissimo Prélude à l’après-midi d’un faune
DEBUSSY by famigliacristiana
Giorgio Vitali