19/07/2012
La cantante Giorgia, in radio con "Tu mi porti su" (foto Ansa).
Non ci sono più i tormentoni di una volta: dove sono finite quelle canzoncine un po’ sciocche, ma talmente orecchiabili che ti si appiccicavano alle tonsille e ti ritrovavi a canticchiarle senza rendertene conto. Dammi tre parole, sole, cuore e amore. Oppure Vamos alla playa, dei Righeira, estate 1983. Eccoli in un video tratto da Retequattro:
Chi le cantava? Ma importa davvero? Oggi c’è un’inversione di tendenza. Vai a un concerto e ti rendi conto che tutti, ma propri tutti gli spettatori sanno a memoria TUTTE le parole delle canzoni dei loro idoli, ma è difficile che quella musica, esca alla luce del sole.
Biagio Antonacci (foto Ansa).
Chi le cantava? Ma importa davvero? Oggi c’è un’inversione di tendenza.
Vai a un concerto e ti rendi conto che tutti, ma propri tutti gli
spettatori sanno a memoria TUTTE le parole delle canzoni dei loro idoli,
ma è difficile che quella musica, esca alla luce del sole. Ci sta provando Giorgia con quella bella trovata di Lorenzo Cherubini che si intitola Tu mi porti su. Ecco il videoclip ufficiale:
L’ho vista in un concerto e ho apprezzato come sempre la sua grande voce ma, soprattutto, il modo con cui, arrivando alla parola ”volare” lei riesca a coinvolgere tutti quanti e il pubblico, senza sollecitazioni, intona l’immortale canzone di Modugno. Poi c’è Alessandra Amoroso, col suo accattivante Ciao, e ancora Biagio Antonacci che ci regala Ti dedico tutto e Cesare Cremonini con Il comico, sai le risate. Ma nessuna di queste può avvalersi del titolo di tormentone dell’estate dello spread. Sono belle canzoni, che magari dureranno nel tempo. Ma che non sono né sciocche né eccessivamente orecchiabili.
Raffaella Carrà, sul palco del Concerto per l'Emilia, Stadio Dall'Ara, Bologna (foto Ansa).
L’estate appartiene a Lucio Dalla, con un florilegio delle sue straordinarie canzoni mentre a riproporre tormentoni antichi c’è, incredibilmente, un personaggio che appartiene alla storia della nostra Tv in banco e nero. Si tratta di Raffaella Carrà, una volta la più amata dagli italiani, oggi, ancora una volta la più cantata. I giovani che si shakerano in discoteca, ogni sera si cimentano con quel mitologico Tuca Tuca che “Raffa” lanciò in una Canzonissima del 1971 ballandola con Enzo Paolo Turchi, oggi marito di Carmen Russo. Firmata da Franco Pisano e da Gianni Boncompagni, destò un moderato scandalo nell'Italia di allora, ma piacque a tutti. E raggiunse il suo climax quando arrivò a far coppia con la Carrà Alberto Sordi che, a sorpresa, a un certo punto toccò con l’indice della mano destra l'ombelico di Raffa, croce e delizia di censori e pubblico. Ecco il video che è ormai diventato un documento storico della televisione italiana:
«Il bello - mi ha raccontato Gianni Boncompagni, che a ottant’anni è
ancora quel ragazzaccio di Arezzo, il Cecco Angiolieri delle
intemperanze televisive – è che il Tuca Tuca l’abbiamo copiato da un ballo che andava di moda a Saint Tropez,
dove con Raffaella ci trovavamo in vacanza nell'estate 1971.
Cambiammo un po’, certo, e con Franco Pisano pensammo a un titolo tipo
Tocca tocca, ma ci rendemmo conto che avrebbe volgarizzato il pezzo e
così il sardo Pisano tradusse in dialetto e quel “Tocca” divenne “Tuca”,
ripetuto due volte. Rilanciato da uno spot “balneare” oggi è di nuovo
una realtà. Insieme a un altro pezzo, Tanti auguri, rielaborato
da un intraprendente disc jockey. Insomma, va di moda l’usato sicuro.
Ma, con quel che si sente in giro, non c’è proprio da lamentarsi.
Gigi Vesigna