18/05/2011
E’ tornata in Italia la West-Eastern Divan Orchestra diretta da Daniel Barenboim. L’Orchestra creata nel 1999 dallo stesso Barenboim e dallo scomparso scrittore Edward Said, che Barenboim definisce “ineguagliabile esperto di oriente, musica, letteratura, cultura, e soprattutto il più grande ed in un certo senso pericoloso difensore della causa palestinese”. Formata da giovani israeliani e palestine, giordani e turchi, spagnoli ed egiziani, ha sede in Spagna, si riunisce una volta all’anno e porta la musica ed un esempio di civiltà in giro per il mondo. Ed è un esempio, secondo Barenboim di come si possa sedersi insieme, cercando di suonare tutti la stessa nota, nella stesso modo, senza essere d’accordo ma non essendo più nemici.
Al Teatro alla Scala di Milano ha suonato martedì 17 per raccogliere
fondi per l’Organizzazione Children in Crisis. Per poi raggiungere Roma
ed il suo Auditorium, prima di una tourné europea. Il livello è
altissimo, ma sono soprattutto le storie di questi ragazzi (i più
giovani hanno 14 anni) a colpire. Guy Eshed è nato a Tel Aviv, dove ha
studiato prima di andare in Germania: “Ma l’esperienza più
straordinaria l’ho fatta con la Divan quando abbiamo fatto un concerto a
Ramallah e per la prima volta ragazzi palestinesi ed israeliani hanno
suonato insieme. Abbiamo viaggiato per tutto il mondo, ma fare quei 25
minuti di spostamento è stato sconvolgente. E quando siamo arrivati, ci
siamo domandati: ma perché non è stato possibile farlo prima?” Guy sta
diventando un po’ italiano: “Sì, sono stato chiamato al Maggio musicale
di Firenze dal maestro Metha”, spiega tutto contento. “Mi ha conosciuto
a Berlino. Ed ho già fatto una tourné con lui in Giappone. A settembre
comincio!”. Reham Fayed, flautista, è invece egiziana: anche lei è nata
da una famiglia di musicisti, “ma ho cominciato con la musica
tradizionale, in un coro. Alla Divan ci sono arrivata grazie alla
segnalazione di un mio amico. E’ dal 2000 che sono con loro”. Nabeel
Abboud Ashkar, è invece un violinista nato a Nazareth: “in una famiglia
che, cosa inusuale nella nostra comunità, amava molto la musica
classica. Poi è iniziata la mai esperienza con la Divan. Mi sono
perfezionato in Germania. Nel 2005 ho partecipato al concerto a
Ramallah, e ho chiesto a Barenboim di aiutarmi a realizzare un progetto
educativo a Nazareth. Lui mi ha richiamato dopo qualche giorno. E da lì è
nata la scuola che ora dirigo. Prima 25 elementi, ora più di 100. E per
la prima volta sono venuti a Nazareth insegnanti di Tel Aviv. La gente
capisce l’importanza della musica, è un onda che continua a crescere”.
Giorgio Vitali