29/12/2011
Il poeta friulano Pierluigi Cappello.
Ogni tanto la voce di Pierluigi Cappello mi raggiunge al telefono, come accade ad altri amici, estimatori della sua scrittura poetica. Pierluigi racconta, discorre, poi legge una poesia, magari l’ultima composta, calda come il pane appena sfornato, con la sua voce elegiaca e insieme salda, ferma. Il mondo com’è fatto e il mondo come si impara dalla povertà e dalla dignità dei padri, anche oltre ciò che si vede: di questo parla la sua poesia, che incardina la visione dentro la purezza della parola quotidiana.
Pierluigi vive dall’età di 16 anni (oggi ne ha 44) su una sedia a rotelle a seguito di un gravissimo incidente di moto. Nonostante questo e le difficoltà che ne derivano, Cappello ha continuato a portare in giro il suo amore per la poesia: direi che ha testimoniato la poesia, sia con i propri versi (in lingua e in dialetto friulano), sia con il racconto di una vocazione e di una passione tenacemente coltivate. Dopo i due libri pubblicati da Crocetti, Assetto di volo (2006, che riassume il lavoro precedente) e Mandate a dire all’imperatore (2010, vincitore del prestigioso Premio Viareggio), la sua notorietà è cresciuta, il passaparola ha fatto sì che tanti lettori si siano messi sulle tracce delle sue raccolte, abbiano voluto ascoltare la sua voce.
Per Cappello la poesia è un dono, come quando ti legge al telefono il componimento appena terminato.
Durante l’ultimo anno, però, le sue condizioni di salute sono peggiorate e l’abitabilità della casetta di legno in cui abita a Tricesimo (a nord di Udine), una di quelle donate dal governo austriaco ai friulani colpiti dal terremoto del 1976, è diventata incompatibile con la sua condizione e le sue necessità. Per questo qualche giorno fa Pierluigi ha accettato il suggerimento di tanti amici: ha preso così forma un appello con cui lo si propone come beneficiario della cosiddetta legge Bacchelli, che prevede l’erogazione di un assegno vitalizio a personalità che si siano distinte in vari campi civili, tra cui la cultura, e che versino in difficoltà economiche.
Appena reso pubblico, l’appello ha riscosso molte adesioni, i giornali ne hanno parlato (primo tra quelli nazionali Avvenire), la rete sta diffondendo la voce. Anche la politica friulana si è mossa, con unità d’intenti e senso istituzionale, seguendo l’iniziativa dell’assessore alla cultura di Tarcento, Lucio Tollis. Il Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo, ha fatto sua la proposta e il Consiglio Regionale ha votato un ordine del giorno in cui si chiede la concessione del vitalizio al poeta. Inoltre, il Presidente del Consiglio Regionale, Maurizio Franz, ha messo a disposizione un indirizzo e-mail, a cui è possibile inviare adesioni all’appello: presidente.consiglio@regione.fvg.it.
L’impegno è quello di inoltrare i messaggi all’attenzione del Presidente del Consiglio, Mario Monti, con la speranza che si occupi al più presto della pratica.
Ricordo una poesia che Cappello donò alla rivista Letture nel 2005, poi accolta in Assetto di volo, intitolata La luce toccata. Essa parla di una visione d’infanzia e del presente, del qui e ora «Dove ogni debolezza è stata offerta / la pietra aperta, la luce toccata». La poesia fa così: offre la propria fragilità e prepara il miracolo. Sarebbe un bel segno se le istituzioni della Repubblica, fra i molti problemi posti dalla crisi economica internazionale, si occupassero di un piccolo atto di solidarietà, ma anche di giustizia: rendere a un poeta quello che egli ha liberalmente offerto al Paese con la propria arte, permettendogli di continuare a lavorare e a vivere dignitosamente.
Daniele Piccini