26/09/2011
Sergio Bonelli nel suo studio.
La notizia lascia costernati milioni di appassionati e gli addetti ai lavori del mondo del fumetto: Sergio Bonelli, 79 anni, è deceduto a Milano, dopo una breve degenza in ospedale.
Pochi giorni fa avrebbe dovuto ricevere un premio alla carriera (l’ennesimo) a Città di Castello, dove sabato 24 settembre è stata inaugurata una mostra dedicata a “Un Uomo, Un'Avventura”, la serie a fumetti di grande pregio pubblicata dalla sua casa editrice tra il 1976 e il 1980.
Editore, autore, scrittore prolifico, Sergio Bonelli è stato uno dei giganti dell’editoria a fumetti italiana.
Editore di Tex Willer e Dylan Dog, Zagor e Mister No, Martin Mystère e Nathan Never e di molti altri personaggi, ogni mese tra albi inediti, ristampe e raccolte la Sergio Bonelli Editore manda in edicola circa 30 testate.
Sergio Bonelli è stato anche un apprezzato autore, ideatore di personaggi e sceneggiatore. Dietro lo pseudonimo di Guido Nolitta, ha creato due successi editoriali come Zagor e Mister No.
Figlio d’arte (il padre Gianluigi Bonelli è stato il creatore di Tex Willer e di molti eroi del fumetti italiano, mentre la madre, Tea Bonelli, è stata un’imprenditrice di prim’ordine assumendo nel 1939 la direzione delle “Edizioni Audace” e ponendo le basi per la Sergio Bonelli Editore), Sergio Bonelli ha vissuto da sempre nel mondo del fumetto conoscendo personalmente e collaborando con migliaia di autori italiani e stranieri.
Editore accorto ha sempre valorizzato i suoi autori permettendogli, pur all’interno degli schemi collaudati dell’avventura vissuta, di sperimentare personaggi e mondi narrativi.
Ha sperimentato e creato formati editoriali, permettendo ad intere generazioni di sognare e divertirsi leggendo e collezionando i suoi fumetti.
Nel 2005 ha ricevuto dall’Università di Roma La Sapienza, la laurea honoris causa in Scienza della comunicazione, mentre la sua città Milano, l’ha insignito nel 2008, del prestigioso Ambrogino d’oro.
Tex Willer.
"Grazie, lei mi ha fatto sognare"
Ripubblichiamo l'intervista per Famiglia Cristiana rilasciata nel 2005 da Sergio Bonelli a don Stefano Gorla, direttore del Il Giornalino.
Autore, editore, scrittore, sceneggiatore.
Sergio Bonelli da oltre
cinquant’anni è un punto di riferimento
per l’editoria a fumetti in Italia.
Figlio d’arte: il padre ha creato Tex Willer,
la madre ha fondato la casa editrice
che ora dirige. Una casa editrice che
ogni mese manda nelle edicole 23 testate,
tra episodi inediti e ristampe, vendendo
complessivamente circa 1 milione
e 200 mila copie, e che conta su un
organico di una cinquantina di persone
e circa trecento collaboratori. Un vero
colosso del fumetto nazionale, l’incarnazione
del fumetto d’avventura in Italia.
Sergio Bonelli, celandosi dietro lo
pseudonimo di Guido Nolitta, ha anche
creato due dei successi editoriali che
ancora cavalcano le edicole: Zagor, nato
nel 1961 e, nel 1975, Mister No. Il 26
aprile, Sergio Bonelli riceverà dall’Università
degli Studi di Roma La Sapienza
la laurea honoris causa in Scienze della
comunicazione: un riconoscimento di
pregio per un percorso professionale
dove si sono coniugati passione per l’avventura
e professionalità. Un editore-artigiano
che ha saputo imprimere ai
suoi fumetti un marchio di riconoscibilità
fatto di formati, stili narrativi, leggibilità
e un delicato equilibrio tra autorevolezza
e serialità. E il 6 maggio sarà la
volta di una nuova serie a fumetti.
– Con la sua casa editrice sta lanciando
un nuovo personaggio: ci può anticipare
qualcosa?
«Promuovere un nuovo personaggio
è un atto di fiducia, un’iniezione d’ottimismo.
Con il nostro Brad Barron sviluppiamo un progetto editoriale
che ci permette di sperimentare
maggiormente, di essere più flessibili».
- Proponete una miniserie, mentre alcune
vostre testate migrano verso case
editrici minori. È segno di un piano
di riorganizzazione editoriale?
«È solo uno sguardo attento sul presente,
anche se per le testate Nick Raider
e Jonathan Steele è più che altro uno
slancio dell’anima. La migrazione verso
altre case editrici è legata al fatto di non
disperdere un patrimonio di lettori e di
permettere ai personaggi di continuare
a vivere. Ciò che per le dimensioni della
nostra casa editrice non è più considerato
sufficiente, per strutture più piccole
può essere un’occasione. La nuova
serie è invece un lanciarsi in nuove avventure,
al di là della formula».
– Da anni nutrite la voglia d’avventura
di generazioni di lettori…
«Questo è un po’ il tratto distintivo
della casa editrice. Mi riempie di orgoglio
quando trovo ragazzi o anche gente
meno giovane che mi dicono: “Grazie,
lei mi ha fatto sognare”. Anche se il
grazie dovrei dirlo io a loro, per l’affetto
con cui mi seguono da anni».
– Che idea si è fatto dei suoi lettori?
«Un’idea abbastanza precisa, essendo
spesso in contatto con loro alle manifestazioni
del fumetto e attraverso le molte
lettere, cui mi dedico personalmente.
Sono persone attente, curiose, disponibili.
Il fumetto richiede attenzione, serenità
di lettura, tempo».
Una vecchia edizione (prezzo: 15 lire) di un'avventura di Tex Willer.
– E lei ricambia questa dedizione con
prodotti curati e risparmiando ai suoi
lettori la pubblicità…
«In fondo io so fare solo questo e cerco
di farlo al meglio, rispettando il lettore
che mi dà fiducia. Per la pubblicità si
tratta di una punta di orgoglio personale.
C’è stato un periodo, negli anni Cinquanta,
in cui cercavo nella pubblicità
un aiuto per la casa editrice; non se ne
fece nulla e ora mi permetto di rifiutarla.
Anche per una forma di riguardo del
lettore, al quale non voglio sottrarre
spazio né proporre cose che mi sono
estranee».
– Lei ha firmato due dei successi della
casa editrice, Zagor e Mister No. Sappiamo
che la serie di Mister No, dopo
30 anni, si sta avviando alla conclusione:
perché ora?
«Perché il personaggio, un simpatico
perdigiorno, ha esaurito la sua spinta
propulsiva, modificandosi nel tempo. È
giunto il momento di salutare...».
– Come si congederà dai suoi lettori
Mister No?
«Con il suo stile scanzonato. La storia
che sto scrivendo sarà ambientata nella
Manaus degli anni Settanta. Voglio mettere
a fuoco la fine di un mondo, quello
dell’Amazzonia. Un mondo dove economia
e progresso hanno forse migliorato
le condizioni di vita, ma hanno peggiorato
l’umanità, le relazioni umane».
Mister No si prepara a dire addio ai
lettori, mentre il suo autore continua a
tenere salde le redini della casa editrice:
una fabbrica d’avventure che ha il
raro privilegio di far sognare e divertire.
Brad Barron è già pronto.
Stefano Gorla