29/10/2012
Le chiese sono fra i luoghi più colpiti dai "ladri d'arte", anche a causa di sistemi di sicurezza inadeguati (Eidon).
Verrebbe da dire che la criminalità che si ingegna a rubare opere d'arte ha capito il valore del nostro patrimonio culturale e artistico meglio di tanti politici che, anziché tutelarlo e sfruttarne le potenzialità, lo lasciano deperire. Un paradosso, ovviamente, che però serve ad attirare l'attenzione su un fenomeno dalle dimensioni consistenti: i furti di opere d'arte e la conseguente necessità di un sistema di protezione adeguato. Entrambi i versanti della questione vengono documentati e analizzati, come mai era stata fatto prima, dal volume Uomini e tecnologie per la protezione dei beni culturali, scritto dalla giornalista Paola Guidi dopo un lavoro durato anni e pubblicato dalla Fondazione Enzo Hruby, specializzata proprio in questo campo e impegnata a realizzare impianti di sicurezza per edifici di pregio culturale e storico. Merito dello studio, inoltre, è di dare conto dell'attività del Comando Carabinieri tutela patrimonio culturale (TPC) e della Guardia di finanza, un'eccellenza italiana più nota forse all'estero che in patria.
Entriamo nel merito del rapporto. In quarant'anni, dal 1969 al 2009, sono stati asportati da chiese, musei, abitazioni private e altri siti circa un milione di beni, perlopiù di valore molto alto. L'azione dei Carabinieri del Comando TPC ha portato al recupero di quasi mezzo milione di essi. Negli ultimi venti anni, inoltre, furti e falsificazioni hanno registrato una diminuzione, a fronte di un'intensificazione delle attività investigative. Un calo record dei furti è avvenuto a partire dal 2007, tale da far segnare una netta inversione di tendenza. Qualche dato: nel 2007 i furti ammontavano a 1.085, nel 2008 a 1.031, nel 2009 a 882.
Le Regioni più colpite nel 2009 sono state Lazio, Toscana e Lombardia. Sono in diminuzione anche gli atti predatori nei confronti del patrimonio custodito nelle chiese italiane, tra il 40 e il 44,5 per cento del totale. Privati e luoghi di culto restano però gli obiettivi più sensibili, a causa anche della carenza di di sistemi di sicurezza adeguati.
"La natività" del Caravaggio, del valore di 30 milioni di euro, è una delle opere mai recuperate.
Ancora qualche dato, tratto dallo studio, relativo a un periodo molto vicino, il semestre gennaio-giugno 2012. Dei 452 furti complessivi, 86 hanno colpito i musei, 2.154 gli enti pubblici e privati, 1.171 le chiese e 6.837 i privati. Il Comando carabinieri TPC ha affinato la propria azione di contrasto, rivolgendo l'attenzione soprattutto alle filiere organizzate, che dalla produzione di beni contraffatti arrivano sino alla commercializzazione. Con il risultato di un aumento dei recuperi e degli arresti nel triennio 2009-2011. A crescere, tuttavia, è anche il valore dei beni recuperati: 165 milioni di euro nel 2009, 216 nel 2010, 326 nel 2011.
I detective dell'arte si muovono sempre più in un contesto internazionale, anche perché la nuova frontiera dei beni culturali, rubati e contraffatti, è Internet, dove agiscono liberi professionisti, impiegati di vario genere, pensionati, studenti universitari ed esperti, commercianti. Mafie e riciclaggio non allentano la presa sul nostro patrimonio. Basti un dato: nel 2009, con una sola operazione sono stati sequestrati oltre sei mila reperti archeo-paleontologici presso un'unica casa d'aste all'estero.
Infine qualche curiosità. Il primo recupero di opere d'arte risale al marzo del 1926: due dipinti a olio del Perugino, rubati dieci anni prima dalla pala absidale della Chiesa di San Pietro in Perugia, furono restituiti grazie a un'azione della Polizia tributaria di Roma. I soggetti più pericolosi, racconta il rapporto della Fondazione Hruby, sono i "ladri-collezionisti", il cui "eroe" è Stéphane Breitwieser che, fra il 1999 e il 2001, sottrasse ai musei di tutta Europa 239 opere.
Paolo Perazzolo