Galeotto fu lo Stabat Mater

Mariapia Bonanate legge per noi "La nota segreta" di Marta Morazzoni.

01/07/2010
Mariapia Bonanate legge "La nota segreta" di Marta Morazzoni.
Mariapia Bonanate legge "La nota segreta" di Marta Morazzoni.

Aleggia il ricordo della manzoniana Monaca di Monza. Ma è la stessa Marta Morazzoni, con l’acuta e divertente ironia che percorre il romanzo, a negare un confronto con l’illustre precedente della sventurata Gertrude che, dichiara, sarebbe per lei “fatale”. A ottenere un’onorevole autonomia, grazie a quel «dono naturale di narratrice storica» che Piero Citati le riconosce. Ed è proprio dalla bellezza della sua scrittura “classica” e nello stesso tempo moderna, che bisogna iniziare, anche per raccontare il suo La nota segreta (Longanesi).
 
La storia della giovane aristocratica appartiene alle cronache, l’autrice l’ha incontrata nel romanzo Cent’anni di Giuseppe Rovani. Ma la sua drammatica vicenda, per merito di una narrazione estesa a tutte le tonalità dell’animo umano, assurge a significati universali. Diventa la storia coraggiosa e vibrante di una ragazza che si ribella a crudeli imposizioni, all’ipocrisia di una società che nasconde il proprio potere dietro al perbenismo, a una religiosità di facciata, per rivendicare il diritto di decidere il proprio destino, assumendosi la responsabilità delle proprie scelte e dei propri sbagli.

Milano, 1736. Nel monastero benedettino di Santa Radegonda, suor Rosalba, affascinante figura di monaca che, nell’ubbidienza, ha mantenuto la libertà del cuore, dotata di un talento musicale raro e di una splendida ugola di soprano, è riuscita a valorizzare la voce di alcune consorelle. In particolare di Paola Pietra, segregata a tredici anni, contro la sua volontà. La ragazza emerge nel piccolo coro come contralto di rara potenza e scopre nel canto il filo che la unisce al mondo sconosciuto, di là delle grate. Le messe cantate nel monastero divengono un’attrazione per credenti e atei, conquistati dall’incanto di una musica praticata come valore assoluto.

Fra il pubblico compare un giorno, Sir John Breval, un diplomatico in missione presso l’arciduca d’Austria. Galeotto è uno Stabat mater dolorosa che avvince con fili invisibili la novizia, tesa alla vita che le hanno tolto, e l’inglese attratto dal mistero di quel giovane corpo, sfiorato casualmente. È l’insorgere magico e misterioso di un amore che, con la complicità di suor Rosalba, apre la porta del convento alla fuga della contessina.

Accompagnati dalla voce discreta, a tratti sommessa, ma partecipe dell’autrice, i due amanti, diretti in Inghilterra, dopo una sosta segreta a Venezia, percorrono strade diverse. Il colpo d’ala finale verrà dalla giovane ragazza, divenuta donna e madre nella pienezza della sua femminilità...

Mariapia Bonanate
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