Il dilemma di una coscienza

Per legge superiore. Un giovane scrittore, Giorgio Fontana, si cimenta con i pensieri di un personaggio maturo, un magistrato sessantenne alle prese con un caso che lo mette in crisi.

14/11/2011
Per legge superiore di Giorgio Fontana, Sellerio.
Per legge superiore di Giorgio Fontana, Sellerio.

«I chiodi. Tutto cominciava da lì. Ogni giorno, andando a lavoro oppure uscendo per pranzo o ancora tornando a casa, Doni si fermava un istante e li guardava.Da lontano sembravano solo imperfezioni o macchie naturali delle lastre: e invece erano chiodi, grossi chiodi a espansione in metallo: un modo per tenere saldo il marmo, visto che la malta originale stava per cedere e l’intero edificio era a rischio. Quegli oggetti avevano qualcosa di morale, naturalmente. Il luogo della Giustizia piegato alle leggi più alte della materia. Ma Doni ci vedeva soltanto l’idiozia della gente, e appena un monito: mai edificare sulla sabbia».

Comincia così Per legge superiore, il nuovo romanzo di Giorgio Fontana, appena uscito per Sellerio. Appena trentenne, ma non esordiente, Fontana si confronta qui con la personalità e i dilemmi di un personaggio maturo, un magistrato sullo sfondo della Milano contemporanea. Rimarrebbe deluso, però, chi si attendesse in queste pagine una coda romanzesca dei clamori della cronaca. Idem per chi, vedendo un giudice, un tribunale e l'editore di Camilleri, si attendesse un giallo. Qui la cronaca è uno sfondo molto molto sfumato, un'eco lontanissima. E del giallo, del "caso" come si dice, si resta sulla soglia.

In primo piano ci sono i pensieri di un procuratore diligente senza tormenti, in attesa di un trasferimento in Provincia, in cerca di un vivere quieto e la Milano di oggi, anzi due anime della Milano di oggi, destinate in apparenza a percorsi paralleli. Poi però arriva nella posta del procuratore l' e-mail di una giovane giornalista free-lance e uno dei chiodi che tenevano su la vita ordinata del magistrato lentamente si allenta, terremotando le lastre della coscienza e rimettendo in discussione un'idea di giustizia troppo tranquilla per essere giusta.  

E' in mezzo ai suoi pensieri, nella descrizione della quotidianità che sta fuori dalle aule dei processi, tra una moglie affettuosa e una figlia lontana, che si muove tutto il romanzo, illuminato dalla luce fioca di un quadro di George De La Tour. Dentro l'anima di un uomo che ha il doppio dei suoi anni, Giorgio Fontana trova un passo da scrittore maturo. Il romanzo ha un epilogo naturalmente, cui vale la pena di arrivare, ma con calma, godendosi quello che c'è in mezzo: soprattutto la descrizione di Milano. 

Elisa Chiari
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