04/04/2012
Alessandro Piperno è nato a Roma, dove vive, nel 1972. Insegna Letteratura francese a Tor Vergata. Nel 2010 è uscito "Persecuzione" che, insieme a "Inseparabili", dà vita al dittico "Il fuoco amico dei ricordi".
E le colpe del padre ricaddero
sui figli. Poco importa se fossero
vere o false, dato che, nella
società dell’apparenza, «l’apparenza
diventa l’unica realtà». Alessandro
Piperno aveva chiuso Persecuzione
– da cui è tratta la citazione – con la
morte dell’illustre oncologo Leo Pontecorvo
nella cantina di casa, dove si
era rifugiato dopo esser stato accusato
di pedofilia. E aveva lasciato non poche
domande in sospeso: perché,
pur innocente, aveva rinunciato a
difendersi? Perché, in quei mesi di
esilio, né la moglie Rachel né i figli Filippo
e Samuel avevano trovato il coraggio
di scendere quei maledetti gradini
per chiedergli spiegazioni? Con tali
interrogativi nella testa abbiamo letto
Inseparabili, secondo e definitivo atto
del dittico Il fuoco amico dei ricordi,
illustrato da Werther Dell’Edera.
Filippo e Samuel hanno ormai 39 e
37 anni. La prima parte fotografa la loro
situazione circa 25 anni dopo “il fattaccio”.
Il maggiore si trascina indolente
in un’esistenza senza arte né parte;
ha sposato una bella e ricca ragazza
che, dopo la partecipazione a Non è
la Rai, smania per ottenere parti nelle
fiction televisive. Il caso vuole che il talento
per il fumetto, di cui Filippo
non ha alcuna coscienza, lo porti a un
successo imprevisto, che lo trasforma
in un guru pubblicamente ascoltato.Al contrario, Semi insegue con cinismo
il successo negli affari, fino a oltrepassare
il limite e andare incontro
al fallimento. E in questi loro “stili
di vita” già trapela qualche ferita lasciata
dalla vicenda del padre. Entrambi
hanno inoltre un rapporto distorto,
malato, ossessivo con la sessualità:
un altro segno che il passato non
è semplicemente svanito senza lasciare
traccia (ed è bene che il lettore sia
avvertito che nel libro si indugia diffusamente
su questo aspetto).
Filippo e Samuel, i due fratelli protagonisti di "Il fuoco amico dei ricordi", in una illustrazione di Werther Dell'Edera.
E Rachel? Per difendere i figli, e sé
stessa, ha eretto un muro che li separi
dall’incresciosa realtà. Nessuno dei
tre ha mai più pronunciato la parola
“padre” o “marito”, e quando la donna,
nella grandiosa resa dei conti finale,
proverà a dire «vostro padre...»,
non potrà concludere la frase...
Che ne è, dunque, delle domande
ricordate all’inizio? Nel suo dittico,
un superbo romanzo sui nostri tempi,
Piperno descrive una società in
cui davvero la verità si risolve
nell’apparenza: sono il palcoscenico
televisivo e il successo a determinare
il “valore”. Esterrefatto di fronte alla
trasformazione del fratello da svogliato
perditempo in ammirato profeta,
Samuel penserà: «Era possibile
che ciò che sembrava così superficiale
fosse così profondo e ciò che sembrava
così profondo così superficiale?
». Ritraendo con uno stile “classico”
gli anni Ottanta in Persecuzione
e con un registro più veloce e moderno
il presente in Inseparabili, l’autore
suggerisce una risposta inequivocabile:
sì, è possibile. Schiacciati dalla
vergogna e bloccati dall’ipocrisia,
tutti i membri della famiglia Pontecorvo
rinunciano alla verità. Ma la
schiavitù dell’apparenza non è senza
conseguenze.
Con questo romanzo ora Piperno punta allo Strega, dove dovrà vedersela con Gianrico Carofiglio, Marcello Fois ed Emanuele Trevi.
Paolo Perazzolo