30/03/2011
«Meglio un giorno da leoni che cento da pecora» ripete un vecchio adagio. Perché, mansueti e poco inclini all’insubordinazione, a comportarsi da ovino si rischia di passare per ingenui, codardi, sciocchi e sottomessi al gregge. Incapaci cioè di prendere decisioni con la propria testa. E se poi si ha la sfortuna di non essere esperti in qualcosa o di fidarsi della persona sbagliata, conviene scappare! Almeno prima che un “lupo” borioso riveli a tutti la nostra natura rivolgendoci uno scortese «Pecora!», «Capra!» o «Caprone!».
Ma mitezza e arrendevolezza al destino possono essere anche delle doti: Gesù non è forse l’agnello che si è sacrificato per noi? Eppure «quando si parla di spiritualità e sentimenti religiosi le pecore sono creature molto sottovalutate», risponde dal retro di copertina il pratico manuale Buddhismo per Pecore (Ewi), in cui simpatici ovini diventano “maestri di vita” interpretando per immagini l’insegnamento buddhista, dalla meditazione ai concetti principali dello Zen.
Pensato per neofiti (“ovini studenti”) del credo orientale, il testo offre momenti di riflessione anche a chi professa un’altra fede: massime del genere «Ricorda che è facile additare gli errori degli altri ma è difficile ammettere i propri» o «Non permettere che la tua mente venga disturbata anche nelle situazioni più difficili» sono valide per chiunque, buddhisti e non. E il fatto che a ricordare alcune norme di buonsenso sia una pecora intenta a lavorare a maglia o a limarsi gli zoccoli mentre un lupo sta per azzannarla, bé – è il caso di dirlo –, rende la meditazione più gradevole e leggera.
BUDDHISMO PER PECORE
Testo di Louise Howard e illustrazioni di Chris Riddel,
Editrice Ewi,
pp. 80, € 7,50
Laura La Pietra