20/10/2010
Antonia Arslan commenta "Delitto sul Palatino" di Steven Saylor, giallista americano laureato in Storia.
Qualche volta è rasserenante leggere
con gioia semplice, e seguire
affascinati l’evolversi di un personaggio,
che diventa man mano un caro
amico da seguire in nuove avventure.
Se poi questo eroe si muove su sfondi
storici ricostruiti con cura, anche attraverso
fonti erudite o poco note, episodio
dopo episodio ci diventa familiare,
ne ritroviamo le abitudini, il linguaggio
e perfino i tic; se ha intorno
parenti e amici, una città, una casa
che possiamo riconoscere da un libro
all’altro, allora il gioco è fatto, siamo
diventati “dipendenti”: per fortuna
non da una droga, e neppure dalla
cioccolata, ma da una serie di libri.
Questo è stato il caso, per me, di
Gordiano il Cercatore, protagonista
originale e simpatico inventato da
Steven Saylor, realisticamente calato
nella storia romana del primo secolo
a.C.: uno che di fronte a eventi delittuosi
guarda al di là delle apparenze,
scioglie gli enigmi e trova le verità
profonde che giacciono nascoste sotto
le variopinte maschere indossate
dagli uomini. Sfilano nei suoi libri
(da Sangue su Roma a Lo schiavo di
Roma, da L’enigma di Catilina al più
recente Delitto sul Palatino edito dalla Nord) tanti personaggi
storici che ben conosciamo,
da Cicerone (davvero un uomo per
tutte le stagioni, come forse già sospettavamo
al liceo) col suo scriba Tirone,
a Catullo veronese, che dissipa
la sua giovinezza in un amore impossibile,
ai bellissimi Clodio e Clodia (la
Lesbia catulliana), fratelli, complici,
forse amanti, a Catilina, ambiguo
eroe di un intero libro.
Molto accurate anche le ambientazioni,
a cominciare da una Roma
grandiosamente umana, popolare e
aristocratica insieme, descritta nei
suoi vicoli pericolosi, nelle insulae, le
case alte fino a sei piani dove viveva
la povera gente, e nelle lussuose ville
suburbane: dalla Suburra al Palatino,
dal Foro ai Mercati. Bella anche la
conca napoletana, fra le presenze
oscure nel lago d’Averno, la Sibilla Cumana
e la “vita beata” fra Baia e Sorrento.
C’è infine la famiglia di Gordiano:
Bethesda, lamoglie egiziana, la figlia
Gordiana detta Diana, gli altri
due figli adottati, Eco, un ex bambino
di strada, e il piccolo Meto... Tutti presentati
con affettuosa perizia, sicché
ogni storia diventa così anche la puntata
di un’intrigante saga familiare.
Antonia Arslan