11/04/2012
Franco e Andrea durante il loro viaggio in moto.
«Suo figlio probabilmente è autistico». Senti queste parole, e il mondo ti crolla addosso. Non è questione di sensibilità, bontà o preparazione: a certe cose non ci si può preparare. Niente è più come prima, la vita così come te l'immaginavi cambia colori e contorni.
Franco Antonello vive a Castelfranco Veneto e «dalla finestra della casa in cui è nato vede le mura merlate di un castello». È uno di quei padri a cui è toccato un figlio autistico. È quel padre che si è sentito dire, un giorno: «Probabilmente suo figlio è autistico». Seguono costernazione, emozioni forti, sentimenti non sempre belli e positivi. Seguono lunghissimi giorni alla ricerca di una qualsiasi terapia - tradizionale, sperimentale, spirituale - che possa invertire il corso degli eventi e sconfiggere un destino beffardo. Ma poi, piano, dal cuore, nasce qualcosa di nuovo, che si traduce in un'idea pazza e meravigliosa: partire per un viaggio in moto con lui, Andrea, il figlio autistico. E l'idea diventa realtà: padre e figlio partono per un viaggio vero, questa volta, senza bussola e senza meta. Tagliano l'America in moto, si perdono nelle foreste del Guatemala. Tre mesi folli e indimenticabili. Se volete farvi un'idea di questa avventura, guardate il video.
Lo scrittore Fulvio Ervas, 56 anni, vive nella campagna di Treviso.
Capita poi che, seduto in un bar a bere uno spritz, incontri uno scrittore e gli racconti la storia incredibile che hai vissuto. Finché, giorno dopo giorno, incontro dopo incontro, lo scrittore si trova un libro bell'e pronto fra le mani. Lo scrittore è Fulvio Ervas, la storia che ha raccolto da Franco è diventata Se ti abbraccio non aver paura, edito da Marcos y Marcos (in libreria dal 12 aprile). Un libro che, a colpi di emozioni, ti porta a riflettere sull'essere padre e figlio, sulla malattia, sul senso della vita. Sul quello che davvero vale e su tutto il resto che, forse, non è così essenziale come si pensava "prima". E, soprattutto, avviene una conversione sui concetti di normalità e diversità.
Seguendo Franco e Andrea nel loro viaggio, non potrete fare a meno di domandarvi chi sia la guida e chi l'accompagnatore. Vi verrà almeno il sospetto che sia Andrea a insegnare al padre ad abbandonarsi alla vita, a instaurare relazioni vere e profonde con le persone, senza disdegnare ad esempio quel contatto fisico che nel nostro strano galateo abbiamo bandito...
Vale la pena salire sulla moto di Franco e Andrea, ospiti silenziosi, per lasciarsi raccontare una storia che potrebbe farci diventare più umani.
Paolo Perazzolo