23/05/2013
Roberto Denti, 1924-2013 (Olycom).
Qualcosa ci suggerisce che la scomparsa di Roberto Denti, lo storico fondatore della Libreria per ragazzi di Milano, non vada vissuta come un lutto, ma come una festa. Quando una vita viene vissuta pienamente e lascia molti frutti da assaporare a chi ne coltiverà la memoria, perché rattristarsi?
Roberto Denti aveva dato corpo al sogno di una vita fondando, nel 1972, la Libreria per ragazzi, aiutato e sostenuto dall'amata moglie Gianna Vitali. Una prima sede in via dell'Unione, a Milano, poi in via Torino, infine l'approdo in via Tadino: 600 metri quadri che, con 70 mila volumi e 15 mila titoli, erano una festa di colori e un inno alla magia della narrazione. Negli ultimi anni le difficoltà del mercato è la tarda età avevavo favorito l'affiancamento della casa editrice Il Castoro.
Prima di realizzare il suo capolavoro, Denti, nato a Cremona nel 1924, aveva vissuto intensamente. Aveva cominciato a lavorare in un giornale locale a 16 anni. Durante la seconda guerra mondiale fu arrestato dai nazifascisti e rinchiuso in prigione per cinque mesi, arruolandosi poi nelle fila dei partigiani. Dopo alcuni anni al 24 Ore, aveva lasciato il giornalismo e, fatte alcune esperienze, aveva coronato il sogno a lungo inseguito.
Fu libraio, ma anche scrittore, padre di 22 libri, otto per adulti, 14 per bambini e ragazzi, e autore di saggi importanti, come Cento opere per navigare nel mare della letteratura per ragazzi, scritto con Bianca Pitzorno, sua grande amica, come lo fu Gianni Rodari. La Resistenza fu un'esperienza decisiva per la sua vita e fu raccontata in La mia Resistenza, destinata a un pubblico giovani, in anni di revisionismo, e ancora oggi da raccomandare.
La sua libreria per ragazzi è stata un modello-- fortunatamente imitato nei decenni successivi - e un punto di riferimento per le scuole, le famiglie e soprattutto loro, i ragazzi. Se oggi la narrativa per l'infanzia vive una stagione felice e la diffusione della lettura fra i più piccoli è considerata una tappa fondamentale nella crescita di un individuo e del futuro cittadino, lo dobbiamo, molto, a lui.
Paolo Perazzolo