14/05/2013
Emma con Annalisa durante il loro duetto all'ultimo Festival di Sanremo (Ansa).
Se nel 1972 Claudio Baglioni sognava «quella sua maglietta fina», oggi Emma si stringe «in un maglione rosso, come il conto in banca nostro. Amarti costa più del tasso fisso». I tempi cambiano per tutti, anche per la ragazza che a 25 anni ha sconfitto un tumore maligno, a 26 ha vinto Amici in Tv, a 27 ha trionfato a Sanremo e a 28 è tornata con un nuovo disco, Schiena, da settimane in vetta alle classifiche, per lei rappresenta «il mio scudo protettivo anche contro chi in questi anni continua a considerarmi un “prodotto da talent show”. Con questo disco voglio liberarmi di tutte le etichette. Io sono io e voglio essere giudicata solo dal mio lavoro. E se non andrà bene, tornerò a fare quello che facevo prima, la magazziniera o la commessa. Del resto, non ho scelto di fare musica per avere l’autista, il cameriere personale o passare tutte le sere in discoteca. Resto una con i piedi ben piantati a terra. Vedo ogni giorno quanta fatica fanno molte amiche e mio fratello per trovare un lavoro stabile».
Per questo le canzoni del suo disco sono state scritte da autori affermati come Fabrizio Moro, Nesli e lei stessa e da giovani anche debuttanti come Naskà, autrice proprio del brano che dà il titolo al disco. «Lei in realtà si chiama Alessandra Merola. Si è presentata in punta di piedi e ora è una delle mie migliori amiche. Solo dopo ho saputo che è anche una bravissima scrittrice. A parte la bellezza della sua canzone, ho pensato fosse giusto darle un’opportunità, perché se non ci aiutiamo tra noi giovani è finita». La cantante, fiorentina di nascita, salentina d’adozione, non perde occasione per ringraziare i suoi genitori, Rosario e Maria, per aver sempre creduto in lei. «Non è da tutti avere un padre e una madre che ti pagano la registrazione delle tue prime canzoni e ti accompagnano a Milano per farle ascoltare alle case discografiche».
Eppure sono loro i primi a non essersi montati la testa per il successo della figlia. «Mia mamma, in particolare, non ha ben capito che lavoro faccio. Per lei sono ancora la sua bambina. Quando ho vinto Sanremo, alle tre e mezza di notte ho bussato alla porta della camera d’albergo dei miei genitori, convinta che mi avessero organizzato una festa. Invece mi ha aperto mia madre in pigiama e, tutta assonnata, mi ha sgridato: “E tu a quest’ora torni? Vai subito a dormire”. E si è rimessa a letto. Mio padre, invece, aveva la febbre a 40 e delirava. Così ho passato tutto il resto della notte a fargli degli impacchi freddi sulla fronte».
Emma con Miguel Bosè durante una puntata di "Amici". (Ansa)
Emma è ritornata quest’anno ad Amici, per la prima volta non da
concorrente, ma da caposquadra: «Preferisco definirmi una sorella
maggiore, perché so come ci si sente, la tensione ma anche il grande
divertimento che si prova. In alcuni momenti mi impongo di fare “la
dura”, poi mi commuovo sempre. L’unica cosa che cerco di insegnare è che
nella musica, come in tutti i mestieri, si raggiungono dei risultati
solo con i sacrifici: cercare delle scorciatoie, magari fidandosi di chi
vuole solo approfittare di te, non porta a nulla. In trasmissione è
venuto pure don Luigi Ciotti, per dire che il talento è un dono di Dio
che non va sprecato ma coltivato per arricchire gli altri. Quando vado a
fare la spesa e mi fermano mamme per dirmi di essere contente del fatto
che i loro figli mi ascoltano, perché secondo loro sono una persona
“pulita” e che si dà da fare, per me è la soddisfazione più grande».
E a
chi la critica perché vede in questo suo ritorno nel programma di Maria
De Filippi solo una mossa promozionale, risponde con schiettezza:
«Premesso che sono onorata di farne parte, il mio lavoro è vendere
dischi e per questo cerco di raggiungere il più ampio pubblico
possibile. Se un cantante non vende, la casa discografica non gli
rinnova il contratto. Quindi preferisco avere un anno di lavoro in più
piuttosto che ottenere maggiore considerazione da una parte della
critica che ancora fatica a uscire da certi schemi». Emma è
popolarissima pure fra gli anziani: «Mi riconoscono e mi dicono: “Che
Dio ti benedica”. E se mi danno un bacio, è dolcissimo sentire il loro
profumo alla rosa».
Si professa credente, ma non praticante, «la sera
però prima di dormire mi faccio sempre il segno della croce», e apprezza
molto papa Francesco, in particolare dopo le parole che ha pronunciato
sull’importanza delle donne. Un tema che le sta particolarmente a
cuore, tanto da essere stata una delle protagoniste di “Se non ora,
quando?”, la manifestazione che nel 2011 riunì milioni di donne in varie
parti d’Italia a difesa dei loro diritti. «Quelle giornate non sono
state inutili, per le donne in generale e per me in particolare. Da
allora si sono cementate delle amicizie, come quella con la giornalista e
scrittrice Concita De Gregorio, che, oltre ad avermi arricchito, hanno
rafforzato in me la convinzione di quanto una maggiore presenza
femminile nei posti che contano possa solo fare bene all’Italia».
Eugenio Arcidiacono