Pereira, un manager alla Scala

Il nuovo sovrintendente dovrà affrontare due sfide: misurarsi con l'incertezza dei finanziamenti pubblici e sciogliere il nodo della nomina del nuovo direttore musicale.

05/06/2013
Alexander Pereira con la sua compagna (Ansa).
Alexander Pereira con la sua compagna (Ansa).

Alla fine hanno ascoltato Daniel Barenboim. Durante la presentazione della Stagione 2013-2014 (che inizierà il 7 dicembre con La traviata di Verdi diretta da Daniele Gatti) l’attuale direttore musicale del Teatro più famoso del mondo aveva strigliato il Consiglio di amministrazione dell’Ente e il sindaco Giuliano Pisapia per non aver ancora scelto il futuro sovrintendente, sapendo da mesi che Stéphane Lissner (dopo 10 anni di incarico) dal 2015 sarà all’Opéra di Parigi. Quale il motivo di tanta fretta? Molto semplice: i Teatri lirici programmano a lunga scadenza, poiché direttori, registi e cantanti prendono impegni con anni di anticipo e l’opera lirica è lo spettacolo più complesso che ci sia. Un Sovrintendente-Direttore artistico in scadenza dunque può gestire la Scala solo per gli affari correnti: ma non può mettere nero su bianco né un titolo, né un artista.

Sul toto-nomina si sono naturalmente rincorse ipotesi, polemiche (italiano o non italiano?) e dibattiti. C’era stato addirittura chi aveva organizzato le “primarie” della Scala. Senza dimenticare uno pseudo bando pubblico promosso dal Sindaco, che peraltro non sarebbe risultato vincolante per il Cda. Ma di un profilo si è sempre parlato: quello di Alexander Pereira, austriaco di 65 anni, direttore del Festival di Salisburgo, e sovrintendente fino alla scorsa estate dell’Opera di Zurigo, da lui portata a livelli mai raggiunti prima. Insomma, un nome indiscutibilmente internazionale e capace di dialogare col mondo della musica, della cultura, ma anche della finanza: viste le provate capacità a trovare sponsor e finanziatori. Con in più un’esperienza tutta italiana di 12 anni all’Olivetti: perché in Pereira la passione per la musica è nata con gli anni.

La strigliata di Barenboin ha dunque sortito il suo effetto. La nomina è stata anticipata e ratificata dal consiglio di amministrazione del 4 giugno. Pereira sarà il nuovo Sovrintendente: ma da subito può pensare ai cartelloni futuri e alla gestione del teatro durante l’Expo 2015. Le motivazioni della scelta sono sintetizzate dallo stesso sindaco: “è la persona che riteniamo più adatta per valorizzare il nostro gioiello. Il Cda ha deciso all'unanimità, dopo un lungo e bellissimo confronto che sarà utile per il futuro della Scala”.

Pereira, oltre ad avere le caratteristiche che sopra abbiamo ricordato, percepirà un compenso inferiore di almeno il 25 per cento a quello di Stéphane Lissner (su una base di circa 350 mila euro). Le difficoltà che si appresta ad affrontare sono tante: prima fra tutte l’incertezza sui finanziamenti pubblici e sulle risorse di uno Stato sempre sulle difensive per quanto riguarda la cultura: panorama ben diverso da quelli trovati in Svizzera prima e in Austria poi! Farà di tutto per avere il massimo dallo Stato, per convincere gli sponsor e per creare cartelloni non scontanti, ma appetibili per il pubblico.

Dovrà poi risolvere il nodo della direzione musicale. La Scala di Lissner si è affidata a Daniel Barenboim, un musicista assai apprezzato e un bravo comunicatore. Ma la sua presenza a Milano è stata limitata e condivisa fra il capoluogo lombardo e Berlino. Il ruolo di direttore musicale richiede una disponibilità totale. E’ nota la stima di Pereira nei confronti di Daniele Gatti, milanese e da molti considerato l’erede di Claudio Abbado. Sarà lui il nuovo direttore? E quali saranno le linee di programmazione di Pereira? In passato ha sempre mostrato attenzione per la grande tradizione, per il Verismo, per la riscoperta di grandi opere e per la musica Sacra (e va ricordato che la Scala produce anche musica sinfonica, oltre che opera e balletto).

A Salisburgo ha voluto iniziare il Festival con una rassegna dedicata al Sacro: del passato e del presente. E’ presumibile che le sue scelte saranno personali, ma pensate anche per convincere il pubblico. Non si muoverà a caso: i suoi cast, così come le scelte registiche, sono per lui il frutto di meditati ascolti e di scambi di idee. Insomma Pereira eredita una Scala con la quale Lissner ha raggiunto grandi esiti. Ma anche una Scala con problemi, con equilibri artistici da calibrare, e con qualche vuoto. La missione? Quella di perpetuare e accrescere il prestigio e la qualità di un'istituzione che è un vanto del nostro Paese ed un motivo di richiamo e di promozione internazionali. Una scommessa che a Pereira piace senz’altro. Del resto è un appassionato di cavalli (possiede una scuderia di purosangue): e, per rilassarsi prima del grande impegno, è stato visto nel week end al Derby di Epsom.

Giorgio Vitali
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