18/11/2012
Il cast di Cosimo e Nicole.
Alla fine hanno vinto le pellicole giudicate più “scandalose”.
E l’unica certezza è che se ne discuterà parecchio, se è vero che il
Marc’Aurelio d’oro del Roma filmfestival 2012 è andato al controverso regista
di Marfa Girl e alla sua gioventù bruciata come miglior film. E ancor più
perché la miglior regia e il titolo di miglior attrice sono andati a E la
chiamano estate di Paolo Franchi e alla sa protagonista, Isabella Ferrari, a
dispetto dei tanti fischi alla proiezione e della contestazione finale.
Alla fine ha vinto, anche se in un modo diverso dal
previsto (e comunque più del previsto), il cinema italiano: E la chiamano estate, appunto, anche se
imprevistissimo. Ma anche Alì ha gli occhi azzurri, premiato dalla critica come
miglior opera prima e seconda. E poi Cosimo e Nicole di Francesco Amato, miglior lungometraggio per
Prospettive Italia, mentre a Pezzi di Luca Ferrari va il riconoscimento per il miglior documentario.
Menzione speciale, infine, a Razzabastarda di Alessandro Gassman.
Alla fine ha vinto a suo modo anche il cinema che mette a nudo
le complicate questioni sociali di questi tempi, italiani e no: i conflitti
generazionali e sociali legati alle migrazioni, la crisi d’identità dei giovani
in una società che non sa più trovare loro un posto. Forse è la stessa crisi
che sfiora il cinema che per vincere ha bisogno di farsi notare, anche quando
d’autore, nel solito modo: con il mix a base di sesso e droga.
In un momento di
difficoltà economica, con le sale che in provincia si contraggono pericolosamente,
probailmente è più semplice scommettere su quello che si presume farà cassetta,
meglio se nobilitato da un premio prestigioso. In questa logica in ultima analisi potrebbero persino funzionare i fischi: tutto va bene purché se ne parli.
Elisa Chiari