Una vita sul trapezio

Aurelia Thierrée, nipote di Chaplin, è un'affermata interprete del circo nella sua versione più moderna e innovativa. Il 7 e l'8 luglio sarà per la prima volta in Italia.

30/06/2011

   Aurélia Thierrée non poteva che debuttare, all’età di 3 anni, nel mondo dello spettacolo in cui è nata e crescita: infatti è figlia dell’attore e regista Jean-Baptiste Thierrée e di Victoria Chaplin, e quindi nipote del grande Charlie Chaplin. Oggi è un’artista completa che spazia dal nouveau cirque al musical di Broadway, al cinema (tra gli altri con Milos Forman) al lavoro con il gruppo cult inglese Tiger Lillies. Ha girato il mondo per anni con L’Oratorio d’Aurélia, creato da sua madre Victoria, ed ora debutta in prima nazionale con Murmures des Murs, in cui tra abilità acrobatiche e trovate sceniche una donna vive le vite degli altri, infilandosi attraverso i muri di appartamenti abbandonati per sentire le voci di chi vi abitava.  Lo spettacolo aprirà il festival Teatro a Corte diretto da Beppe Navello dal 7 al 25 luglio a Torino e nelle residenze sabaude, con i protagonisti della scena europea di teatro, danza, circo contemporaneo, teatro equestre. Aurélia ha ricevuto il 25 giugno al teatro Elfo Puccini di Milano il premio Hystrio-Teatro a Corte, nato dalla sinergia con la Fondazione Teatro Piemonte Europa e dedicato ai linguaggi del corpo.

   Victoria e Jean-Baptiste Thierrée hanno ideato, negli anni Settanta, Cirque Immaginaire e Le Cirque Invisibile, nei quali anche Aurélia e suo fratello James lavorano fin da piccoli: «I miei genitori sono stati probabilmente i primi a sperimentare un circo - senza animali - ma dedicato a fare emergere l’originalità e la fantasia del performer, creando così un nuovo tipo di intrattenimento che poi ha dato vita al new circus o circus theater». Nel ripercorrere i momenti salienti della sua crescita artistica, sotto l’attenta guida dei suoi, Aurélia sottolinea l’importanza, nella formazione del carattere di un adolescente, della disciplina che un’arte completa e antica come il circo, praticato anche nell’antica Roma, «insegna ad allenare il corpo per domare le tue paure con il solo scopo del divertimento. Io non sono solo un’artista circense, anche se ho praticato il trapezio, ho unito nei teatri di varietà a Berlino numeri da circo al musical, ho ottenuto così una solida preparazione in generale.» E allora quale tra le arti a cui si è dedicata rispecchia di più la sua personalità? «Non appartengo a nessuna categoria»,  risponde sicura, « mi sento indefinibile, ho coltivato appositamente diverse sfumature artistiche. Mi sono formata sia come attrice, sia come performer, infatti lo spettacolo dal vivo è, per sua natura, misterioso e indomabile, tanto che non sai mai come andrà, anche se ti alleni molto. Mi piace il teatro proprio perché è fragile e potente al tempo stesso. Amo anche il cinema e il musical, mi affascina il teatro di varietà, e condivido il modo di proporre il circo come ho imparato dai miei genitori, più teatrale che fisico, infatti usiamo il nostro corpo, noi stessi e le nostre abilità al servizio di un linguaggio. Mia madre Victoria crea per noi interpreti mondi che noi poi abitiamo ed esploriamo».

    La presenza dei genitori di Aurélia è sempre stata molto importante poiché essi non hanno solo consigliato o incoraggiato i propri figli, ma hanno tramandato loro, con determinazione e passione, gli strumenti da utilizzare nel mondo dello spettacolo; per Aurélia anche oggi essere diretta in scena da sua madre appare naturale, confida: «Le famiglie ci formano che lo si voglia ammettere o no, sono sempre la forza di costruzione del nostro essere, divenendo una fonte inestinguibile di ispirazione, a prescindere che si lavori insieme o meno. Quando ero bambina lavorare con i miei e con mio fratello mi sembrava normale, non mi sembrava un vero e proprio lavoro, era il nostro modo di stare insieme come famiglia. Oggi che sono adulta è lo stesso: lavoriamo bene insieme perché abbiamo un desiderio comune generato da una stessa grande passione, costruire uno spettacolo che conquisti». Mentre per quanto riguarda suo nonno, l’indimenticabile Charlie Chaplin, Aurélia risponde laconica «Lui era molto anziano e io ero troppo giovane, purtroppo, per ricordamelo», mostra così la sua volontà di percorrere la propria strada senza essere annoverata tra i nipoti di…!

MURMORES DES MURS, concezione e messa in scena di Victoria Thierrée-Chaplin. Con Aurélia Thierrée, Jaime Martinez, Antonin Maurel, il 7 e 8 luglio a Teatro a Corte. Info: tel. 011/88.81.14-011/81.34.526 www.teatroacorte.it

Albarosa Camaldo
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