14/03/2012
Renato Guttuso in una fotografia.
Renato Guttuso non fu soltanto uno dei pittori più celebri d’Europa, ma anche uno dei simboli della Sicilia autentica e un motivo di orgoglio per l’Italia intera. Le sue originali e affascinanti opere coniugarono arte, impegno civile e battaglie politiche, sempre al servizio della pace, della giustizia sociale, dell’uguaglianza e della solidarietà. La figura artistica e la personalità umana di Guttuso sono al centro di numerose iniziative promosse per celebrare il centenario della sua nascita. Da Roma alla Sicilia, da Salerno a Livorno, è un fiorire di mostre, convegni, dibattiti sul centenario del celebre pittore.
Guttuso nacque a Bagheria il 26 dicembre del 1911, ma fu dichiarato all’anagrafe di Palermo alcuni giorni dopo, il 2 gennaio del 1912, dal momento che i genitori erano in forte contrasto politico con gli amministratori locali dell’epoca. Sin dall’infanzia, Guttuso respirò un’atmosfera colta e artistica in famiglia, con il padre agrimensore di professione ma acquerellista per diletto. Bambino vivace, precoce e curioso, Guttuso decise all’età di 7 anni di intraprendere la strada dell’arte. Dopo una particolare gavetta, appena tredicenne iniziò a firmare e datare i propri quadri.
Uno studio di Guttuso per la realizzazione dell'"Edicola".
Guttuso maturò la propria vocazione artistica in un ambiente assai
stimolante e vivace, in quella “Bagheria delle ville” che nel Novecento
fu un vero e proprio laboratorio culturale, dove si formarono poeti come
Ignazio Buttitta, scrittrici come Dacia Maraini, fotografi come
Ferdinando Scianna, pittori come Pippo Rizzo e Topazia Alliata. Libertà
creativa, realismo, tensione etica e impegno civile furono i suoi
capisaldi, che non rinnegò mai, rinunciando anche alla carriera.
Negli
anni Trenta fu vittima della censura fascista a causa
di una sua recensione entusiasta delle opere di Pablo Picasso e fu
costretto ad interrompere la sua collaborazione con alcuni quotidiani
influenzati dal Regime. In seguito, si trasferì a Roma, dove divenne
amico dello scrittore Alberto Moravia, aderì al Partito comunista e
partecipò alla Resistenza. Tuttavia, Guttuso tornò spesso in Sicilia e
rimase per sempre legato sentimentalmente alla sua terra natale, al
punto tale che, poco prima di morire, nell’inverno del 1987, chiese di
essere seppellito nella Villa Cattolica di Bagheria, in direzione del
suo amato lungomare di Aspra.
Ed ecco "L'edicola", la sua unica scultura.
Tra Roma e la Sicilia, Guttuso dipinse
tre quadri memorabili, tre autentici capolavori invidiati da tutto il
mondo: La Vucciria, dedicata all’affascinante e suggestivo mercato
popolare del centro storico di Palermo; La Battaglia di Ponte
Ammiraglio, riguardante un evento mitico del Risorgimento siciliano; I
Funerali di Togliatti, dove fu descritta la partecipazione popolare e
collettiva in occasione delle esequie del leader comunista.
Tra tante
opere pittoriche, Guttuso realizzò anche un’unica grande scultura: L’Edicola. Dopo il restauro, l’opera è stata esposta - proprio come
omaggio in occasione del Centenario - a Villa Cattolica, nel Museo a lui
intitolato, dove riposano le sue spoglie e dove si suggella la
personalità artistica con quella umana. L’esposizione dell’Edicola
privilegia un aspetto particolare di Guttuso, quello inusuale della
scultura, mezzo espressivo adottato dal pittore siciliano a conclusione
di una ricerca sul tema del giornalismo e dei lettori.
L’iniziativa
rientra nel calendario di eventi organizzati dal Comune di
Bagheria, dal Museo Guttuso e dall’Assessorato regionale ai Beni
culturali. Il percorso culturale per ricordare il centenario prevede
anche la mostra Guttuso l’uomo e l’arte. Pagine narrative dal Museo
Guttuso (visitabile fino al 30 Aprile nella Villa Cattolica
di Bagheria).
Pietro Scaglione