14/05/2012
Il pianista norvegese Leif Ove Andsnes.
Sono tanti i grandi musicisti che dedicano la loro arte, il loro impegno, la loro sensibilità civile ai giovani, alla loro crescita ed ai problemi che li affliggono: Claudio Abbado, Daniel Barenboim, Gustavo Dudamel, Riccardo Muti sono i primi nomi che balzano alla memoria. Mentre in passato ricordiamo Giuseppe Sinopoli. Ora uno dei più pianisti viventi di maggiore successo, il norvegese Leif Ove Andsnes, coadiuvato dalla Mahler Chamber Orchestra, è protagonista di un progetto che riguarda il tema della sordità: un dramma che colpì tanto profondamente Beethoven.
Il progetto si chiama Feel the Music (percepisci la musica) e vede la sua prima attuazione in Italia, a Brescia, in occasione del concerto che pianista e orchestra terranno al Teatro Grande per il Festival Pianistico di Brescia e Bergamo questa sera. È il primo atto di una tournée pluriennale nel corso della quale Leif Ove Andsnes eseguirà i Concerti di Beethoven (per poi inciderli a Praga per la Sony). La tappa bresciana assume un particolare significato per 15 bambini della Scuola Audiofonetica. Andsnes infatti è convinto che la musica possa essere condivisa anche da chi non sente: e lo vuole mostrare ai bambini, lavorando col loro, per poi coinvolgere l’intera orchestra e ampliare e concludere l’esperienza davvero unica.
E se la tournée ha per “titolo” Beethoven Journey (il viaggio di
Beethoven), i bambini bresciani e quanti avranno presto la fortuna di
vivere l’analoga esperienza potranno capire quanto la grande musica non
sia solo sensazione uditiva, ma vibrazione, percezione, godimento anche
dello spirito. Non per nulla il progetto nasce dalla collaborazione con
l’organizzazione del Regno Unito, Musica e Sordità, fondata da Paul
Whittaker, lui stesso musicista non udente.
Dal punto di vista strettamente musicale, alla tappa bresciana farà
seguito quella di Torino del 17 maggio e di Bergamo del 18. Sono
occasioni per ammirare un interprete straordinario che nel filmato
ascoltiamo eseguire un Canto popolare del suo “connazionale” Edvard
Grieg:
Giorgio Vitali