06/12/2012
Antonio Albanese.
Ormai è una star. Perché se è vero che
è stato il teatro a procurargli il favore
dei critici e la Tv a regalargli la notorietà,
sono due milioni e mezzo
gli spettatori che un paio d’anni fa l’hanno
visto al cinema in Qualunquemente. Cifra record,
specie con l’aria di crisi che tira. D’uopo,
quindi, ringraziare Antonio Albanese
per la cortesia con cui si presta all’intervista
alla vigilia dell’uscita nelle sale di Tutto tutto
niente niente, la sua nuova, attesa pellicola.
«Scherzi?», ribatte lui recuperando immediatamente
il tono amichevole con cui ci eravamo
salutati. «Malgrado il successo, sono
sempre lo stesso. E poi, in questa epoca di
nani, per me voi di Famiglia Cristiana siete
come i gladiatori».
– Troppo buono, Antonio...
«Eh no, quello che è giusto è giusto».
– Bando ai convenevoli. Incassati 16 milioni
di euro con Qualunquemente, era inevitabile
che tu e Giulio Manfredonia, il tuo amico
regista, metteste in cantiere il seguito?
«Siamo contenti, chiaro. Ma più che sul denaro
mi piace puntare l’attenzione sul numero
spropositato di persone che ha visto il
film: questa è la cosa meravigliosa! Il fatto
che al pubblico sia piaciuto l’amarognolo della
storia, ci ha fatto capire che forse era pronto
per andare oltre. Perché, qui lo sottolineo, Tutto tutto niente niente non è il seguito del
primo film. Piuttosto, è un’evoluzione».
– Sarà. Nei manifesti, però, campeggia Cetto
La Qualunque che lancia il nuovo “slogan”
contro la iettatoria predizione dei Maya...
«Cetto fa il gran salto nella politica nazionale.
Ma stavolta i personaggi sono tre. Maschere
che amo, perché sono io che le ho create,
ma che allo stesso tempo detesto, perché
rappresentano tutto ciò che non mi piace».
...potete leggere l'intervista completa a Antonio Albanese su Famiglia Cistiana n. 50, in edicola e in paparrocchia da giovedì 6 dicembre 2012. Buona lettura!
Maurizio Turrioni