03/07/2012
Wang Shu: quest'anno ha vinto il Pritzker Prize, il Nobel dell'architettura. Foto dell'agenzia Corbis. In copertina: un particolare del nuovo Museo di Ningbo, nella Cina orientale, disegnato da Wang Shu (foto Shanghaidaily).
Il design cinese incanta il mondo. Ogni creazione, dal grattacielo al piccolo oggetto, si contraddistingue per poesia e sperimentazione, sempre nel rispetto delle millenarie tradizioni. Grande festa nell’anno del Drago a Pechino. Proprio il mese scorso, per la prima volta nella storia, il premio Pritzker, il Nobel dell’architettura, è stato assegnato a un illuminato progettista cinese, Wang Shu (a parte l’architetto Ieoh Ming Pei nell’83, ma era americano d’adozione), per l’equilibrio tra bellezza e sostenibilità ambientale che i suoi progetti (biblioteche e musei realizzati in tutta la Cina) mantengono nel difficile contesto dell’eccessiva urbanizzazione.
Ma Wang Shu, che con sua moglie Lu Wenyu ha fondato Amateur Architecture Studio con sede a Hangzhou, è solo uno dei creativi cinesi di fama internazionale a ridisegnare il Paese. Prima del 1985, in Cina non esisteva un sistema nazionale dei brevetti. Oggi, il governo offre molte incentivazioni a chi ne registra uno, ha aumentato il numero di scuole di design in tutte le province e il numero dei programmi di studio all’estero per i giovani in modo che assorbano l’approccio occidentale alla creatività. Con un’attenzione particolare alla natura.
I motivi più originali del design cinese, infatti, privilegiano un’ispirazione ecologica, espressa dalle architetture di Wang Shu, ma anche dagli interni di Neri & Lu, dai poster di He Jan Ping, dai vestiti della stilista Ma Ke. Sono tanti i progettisti cinesi che creano nuove alleanze con i marchi italiani: se Wang Shu fa parte del team di otto creativi (tutti cinesi) che Alessi ha riunito nel progetto (Un)forbidden city per inventare nuovi vassoi, Zhang Ke, architetto dello studio Standardarchitecture, ha realizzato per Moroso un divano rosso che sembra fluttuare tra paraventi, dove pennellate di china nera riprendono il movimento del drago: il progetto richiama nella leggerezza le sue architetture, come i grattacieli Dancing Books Tower a Wuhan. Chi Wing Lo, che collabora con Giorgetti, si esprime con lavori di alta ebanisteria, mentre Heinrich Wang, artista ceramista e maestro vetraio famoso i tutto il mondo, si ispira alla filosofia cinese, alle leggende, ai simboli. Celebrano la natura anche i sofisticati progetti dell’artista Xie Dong scoperta in Cina da Driade: grazie a una laboriosa tecnica riesce a increspare e pieghettare la ceramica, rendendola lieve e poetica.
Esposizione in formato digitale di un'opera realizzata su rotolo da Zhang Zeduan, artista della dinastia Song, alla Triennale di Milano.
Passato e presente in mostra
Paese nuovo e dinamico, la Cina viene celebrata anche dalla Triennale di Milano con un evento organizzato dal centro sino-italiano del design e dell’innovazione (Cidic). La mostra Bridge. New Chinese Design and Innovation (fino al 29 luglio) è una riflessione sul tema dello sviluppo partendo, nella sezione Dialogo tra Expo, dal confronto tra l’esperienza di Shangai 2010 e quella che si prospetta nel 2015 per Milano.
Mentre un’esposizione in formato digitale di un’opera realizzata su rotolo da Zhang Zeduan, artista della Dinastia Song, descrive la vita serena dei suoi tempi, vengono sviluppati progetti sul tema dell’acqua, dell’energia, del verde, dell’abitazione con plastici, proposte, testimonianze e videodocumentazioni.
Una seconda sezione Future Design illustra le opere di nuovi autori cinesi che puntano a migliorare la qualità della vita. A grandi caratteri, sulla parete, un pensiero tratto dalla rivista Visione Nuova: “Questo Paese è in cerca di una nuova forza creativa. Stiamo studiando un luogo per incontrarci. Per aprire una nuova visione per il futuro”.
Ginevra Petrolo