11/06/2010
Lorenzo Regazzo nel "Don Pasquale" a Vicenza.
Periodicamente Donizetti ritorna d’attualità. E’ da poco acquistabile (Opera Rara), la pressochè sconosciuta Rosmonda d’Inghilterra. Essa contiene l’aria di sortita della protagonista, che la “creatrice” Tacchinardi Persiani (in disco l’americana Renée Fleming) era solita introdurre al posto di “Regnava nel silenzio” in Lucia di Lammermoor.
All’Olimpico di Vicenza, invece, è andata in scena a cura di G.B. Rigon, esperto in iniziative musicologiche, una versione di Don Pasquale adattata al famoso mezzosoprano francese Pauline Viardot (di cui ricorre il centenario della morte), che propone un virtuosistico finale inedito tratto da un’opera dell’inglese Michael Balfe.
Qui c’era Federica Carnevale, che alla notevole esperienza scenica unisce un’apprezzabile bagaglio vocale, per ritrarre una Norina vivace, ma priva ovviamente delle ficcanti puntature sopranili. Lorenzo Regazzo si è rivelato un eccellente protagonista, perfettamente equilibrato tra il buffo e il patetico. Una nota di merito anche per il disinvolto Malatesta di Gabriele Nani. Azzeccata la scelta dei tempi adottata dal maestro Rigon, efficace concertatore, anche se l’acustica dell’Olimpico mi è sembrata lungi dall’ideale. Qualche sbavatura non ha nuociuto al successo dello spettacolo firmato da Francesco Bellotto.
Giorgio Gualerzi