Esploratori, avventure per scoprire

Una mostra a Udine ripercorre l'idea del viaggio come conoscenza, come passaggio da un mondo all'altro. Peripezie, fatiche, fotografie, filmati d’epoca e carte geografiche.

24/11/2011
Spedizione in Kakakorum.
Spedizione in Kakakorum.

Ormai siamo abituati a considerarci un popolo di viaggiatori. Cominciamo a viaggiare sui banchi di scuola, proseguiamo coi viaggi studio, ci facciamo regalare un viaggio esotico come dono di nozze, mettiamo in cantiere il viaggio dei nostri sogni per il dopo pensione. Eppure, abituati come siamo a bruciare le distanze in poche ore di aereo o di treno, proprio oggi rischiamo di perdere il significato che il viaggio aveva mantenuto fino a poche generazioni fa. Il viaggio come avventura di passaggio da un mondo all’altro. Il viaggio che richiede preparazione, equipaggiamento, adattamento al nuovo ambiente. Il viaggio come strumento di conoscenza. Ce lo ricorda la bella mostra Hic sunt leones. Esploratori, geografi e viaggiatori tra Ottocento e Novecento. Dal Friuli alla conoscenza dei Paesi extraeuropei, fino al 15 aprile nell’ ex chiesa di San Francesco a Udine.

Lo spazio dell’ allestimento non è casuale. La chiesa di San Francesco infatti è dedicata al beato Odorico di Pordenone, un sacerdote francescano che verso il 1320 partì alla volta dell’India, arrivò a Ceylon e infine proseguì per la Cina. Dopo otto anni di viaggio arrivò a Pechino, dove fu ospite per tre anni dell’imperatore mongolo. Durante il viaggio di ritorno attraversò il Tibet e fu il primo europeo a entrare nella sua capitale, Lhasa. Odorico ci ha lasciato le sue memorie nell’Itinerarium terrarum, una specie di Milione dove, al pari di Marco Polo, registra con scrupolo le sue osservazioni sugli usi e costumi dei popoli che ha conosciuto. In qualche modo è l’antesignano dei grandi esploratori friulani dell’ 800 e ‘900, cui la mostra di Udine è dedicata.

Il geografo ed esploratore Ardito Desio.
Il geografo ed esploratore Ardito Desio.


L’esposizione, organizzata dal Museo Fiulano di Storia Naturale, propone documenti, carte, scritti e oggetti raccolti durante viaggi ed esplorazioni, fotografie, filmati d’epoca e carte geografiche, dalle prime mappe moderne ottocentesche fino alle ultime elaborate per i Phone. Tra le figure di esploratori e geografi Celso Costantini, Pietro Savorgnan di Brazzà, Attilio Pecile, Giovanni e Olinto Marinelli, Achille Telllini, Michele Gortani, Luigi Pio Tessitori, Ardito Desio, Giovanni Battista Ellero, Lodovico di Caporiacco ed Emilio Scarin.

Il percorso espositivo è articolato in tre grandi unità tematiche. La prima, introduttiva, è dedicata all’esperienza del viaggio. Il viaggio tra Ottocento e Novecento era un lungo percorso che aveva origine da un’attenta preparazione e una meticolosa organizzazione, scandita dalla verifica bibliografica e cartografica, dal reperimento di equipaggio ed equipaggiamento. In questa parte il visitatore potrà scoprire, grazie anche a proiezioni e postazioni multimediali, tutto ciò che necessitava all’esploratore, dagli strumenti, ai libri, alla cartografia.

Un'illustrazione che racconta il viaggio dell'esploratore Pietro Savorgnan di Brazzà in Congo.
Un'illustrazione che racconta il viaggio dell'esploratore Pietro Savorgnan di Brazzà in Congo.

La seconda unità, intitolata "Il viaggio come conoscenza", costituisce il nucleo centrale della mostra, perché ripercorre in senso cronologico le spedizioni condotte dai viaggiatori friulani verso le Americhe, l’Asia e l’Africa. Il viaggio come conoscenza continua con il simbolo dell’esplorazione in Friuli: Pietro Savorgnan di Brazzà, che ha condotto ben tre spedizioni in Congo, una di queste realizzata insieme al fratello Giacomo e all’amico Attilio Pecile. Per il suo atteggiamento fortemente critico nei confronti della politica di sfruttamento delle popolazioni africane (arrivò a scrivere un dossier sugli orrori del colonialismo europeo, poi insabbiato dai francesi) Brazzà è stato spesso indicato come eroe positivo di una fase storica tra le più controverse e rimosse del nostro passato, l’avventura coloniale.

Le peripezie e le fatiche di questi uomini hanno trasformato il nostro sistema culturale, dall’arte alla letteratura alla musica alla cucina, anche se questa rivoluzione spesso non è immediatamente percepibile perché ormai queste novità sono entrate a far parte del nostro universo, come la patata e il pomodoro dopo la scoperta delle Americhe. Proprio a questo tema è dedicata l’ultima unità della mostra, "Verso un nuovo mondo". Un’occasione di riflessione per tutti. 


Dove e quando

La mostra Hic sunt leones. Esploratori, geografi e viaggiatori tra Ottocento e Novecento. Dal Friuli alla conoscenza dei Paesi extraeuropei, fino al 15 aprile è nell’ ex chiesa di San Francesco, largo Ospedale Vecchio, Udine. Info 0432 584711; www.hic.suntleones.it

Simonetta Pagnotti
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