13/06/2012
Fabio Fazio con Laetitia Casta durante il Festival di Sanremo del 1999 (foto Ansa; foto di copertina: Reuters).
Rai dalle mille incertezze, Rai dalle mille polemiche, Rai con le successioni ai posti di comando, Rai col palinsesto autunnale ancora in totale divenire. Eppure in questo grande magma mediatico una notizia sembra essere già certa. Da Roma rimbalza a Milano, valica le Alpi e, dopo una breve sosta a Parigi, dove Fabio Fazio ha una casa, arriva quella che se non è proprio una conferma, è già nella realtà del futuro prossimo venturo.
E la notizia è ghiotta: il conduttore di Che tempo che fa avrebbe accettato la proposta Rai - sponsor Giancarlo Leone, responsabile di fiction e intrattenimento - di presentare il prossimo Festival di Sanremo e di tornare quindi su quella Raiuno che aveva lasciato sbattendo la porta perché in conflitto con Fabrizio Del Noce, che però ora sta per andare in pensione. Fazio ha con la Rai un contratto di ferro - si dice il più pingue di tutti -, ha dalla sua una serie ininterrotta di successi/ascolti, ed è riuscito persino a far sognare per tre sere La7, ubriacata di Auditel per il suo “ duetto” con Roberto Saviano.
Per di più ha firmato già due festival, nel 1999 e nel 2000, che hanno lasciato il segno perché erano “diversi”. Ospiti d’onore anomali come Luciano Pavarotti, il premio Nobel Renato Dulbecco, e Michael Gorbaciov, l’uomo nuovo della nuova Russia, canzoni mai banali (vinsero Anna Oxa con Senza pietà e la Piccola Orchestra Avion Travel), ma in gara c’era anche una canzone che Vasco aveva regalato a Irene Grandi, La tua ragazza sempre, e che divenne il successo dell’anno.
Di nuovo su Raiuno, lui che ama la vita tranquilla (?) ma si trova spesso al centro di polemiche. Fabio Fazio tranquillo lo è davvero soltanto al fianco della moglie Gioia e dei figli Michele e Caterina. Certo lo aspetta un’avventura che DEVE far dimenticare le polemiche dell’ultima edizione del Festival, quella di Morandi - Celentano, e della gestione artistica di Lucio Presta, il deus ex Machina che ha gestito l’affluenza degli ospiti. Presta, accreditato uomo di destra, sarebbe stato dirottato su Miss Italia con il compito di salvare un concorso ormai agonizzante, ma subito al suo posto è pronto Beppe Caschetto, storico manager cresciuto alla scuola di Bibi Ballandi, produttore di film di cassetta, ma niente a che fare coi cinepanettoni.
Se Presta ha Benigni e un sacco di altri artisti, la scuderia di Caschetto può vantare oltre Fabio Fazio, Luciana Littizzetto, Luca e Paolo, l’irresistibile Crozza, Floris, la Bignardi e la D’Amico, e ancora Geppi Cucciari, Neri Marcorè (l’uomo che racconta per Tim una storia d’Italia tutta particolare) ma anche Alessia Marcuzzi (con lei, Fazio e Teocoli condussi un piacevolissimo “Dopo Festival”). Dunque le spalle coperte Fabio Fazio le ha perché gli ospiti sono lì a portata di agente, visto che per Caschetto l’occasione di ridimensionare il potere di Lucio Presta è ghiotta.
In breve, se sarà Fazio a occupare l’Ariston la squadra è pronta e bene allenata. Con una bella scia di polemiche che di solito allettano i media. Se Presta era considerato un uomo di destra, certo Caschetto non appartiene alla stessa scuola di pensiero. Il sito di Lettera 43 si diverte a descriverli così: “Se Presta da giovane faceva il ballerino (è vero n.d.r.), Caschetto è stato funzionario della Regione Emilia Romagna e molti per questo tendono a definirlo comunista. Lui preferisce definirsi progressista di formazione cattolica. L’altro (Presta) invece sa parlare a Silvio Berlusconi ed essere convincente. Insomma con diverse qualità e scuderie, i due agenti si fanno pagare come star e sono più famosi dei loro affiliati”.
A parte ogni considerazione pseudopolitica c’è anche la possibilità che Lucio e Beppe riflettano sull’antico adagio “se non puoi batterli, alleati”. L’hanno già fatto nel primo dei Festival affidati a Morandi. A ogni modo, se Fabio Fazio sarà l’uomo di Sanremo in fondo il suo compito non appare così difficile. Basta che si mantenga sopra le parti e sia se stesso. In questo ruolo non ha eguali.
Gigi Vesigna