04/06/2013
Cinque giorni di incontri, dibattiti letterari, spettacoli teatrali, letture poetiche, reading musicali, mostre, laboratori artistici. Centottanta eventi in oltre settanta luoghi sparsi per tutta la città, dal centro fino alle grandi periferie, dai quartieri storici della vecchia Milano nostalgica ai luoghi della movida e delle nuove tendenze artistiche. Ecco i numeri della seconda edizione del Festival della letteratura di Milano, che quest'anno si svolge dal 5 al 9 giugno. La rassegna è stata ideata ed è diretta da Milton Fernandez, scrittore, regista teatrale e attore uruguayano, residente in Italia da molti anni, che ha accolto con entusiamo e, come lui stesso dice, con un pizzico di follia la sfida di animare il capoluogo lombardo con un grande evento culturale cittadino. Una sfida vinta, se si considera la grande partecipazione riscossa dal festival lo scorso anno, una prima edizione quasi sperimentale, partita po' in sordina, basandosi molto sul passaparola.
E, sfida ancora più grande, basandosi - quest'anno come lo scorso anno - su poche risorse finanziarie, senza sponsor e contributi esterni, contando sull'impegno degli organizzatori, dei volontari, dei partecipanti e del pubblico. «Organizzare un festival in questo modo, senza finanziamenti», osserva Fernandez, «è un progetto che si poteva realizzare soltanto in una città come Milano: in altre realtà cittadine più piccole gli autori devono venire da fuori. Milano ospita e ha in serbo un'enorme quantità di proposte, di autori che spesso non hanno grande visibilità e non ha possibilità di farsi conoscere in altri grandi rassegne e festival letterari come il Salone di Torino. L'anno scorso la partecipazione che abbiamo ottenuto è stata enorme perché in Lombardia si concentra il maggior numero di case editrici. Nel 2012 pensavamo che, a causa dei pochi soldi, avremmo fatto una manifestazione a chilometro zero, richiamando solo autori che vivono già qui. Invece la voglia di partecipare è enorme e quest'anno arrivano partecipanti da Sicilia, Sardegna, Calabria e anche da Cile e Argentina, che pagano il viaggio e le spese per partecipare perché il nostro budget è bassissimo. Noi lavoriamo mettendo insieme luoghi che desiderano accogliere degli eventi e persone che hanno qualcosa da dire e vogliono uno spazio per farsi ascoltare. Solto tramite il passaparola e la Rete l'anno scorso abbiamo messo in piedi 90 eventi, quest'anno abbiamo raddoppiato».
L'idea è quella di creare una grande manifestazione di solidarietà alla cultura cittadina che attraversi il tessuto urbano in modo capillare, con l'adesione di numerose associazioni e comitati. «Negli ultimi decenni Milano si è progressivamente centralizzata», spiega lo scrittore. «I quartieri periferici, quelli che una volta avevano una loro anima propria, con cinema, teatri, punti di aggregazione e di socializzazione, sono diventanti dei luoghi anonimi. Uno, ad esempio, che ho scoperto è il quartiere storico dell'Umanitaria: entri un cortile e ti affacci su un meraviglioso microcosmo, dove vivono mille persone, un quartiere operaio edificato nei primi del Novecento, che aveva una vita propria, con il lavatoio comune, le docce pubbliche, ma anche un teatro e un cinema. Il Comitato di zona ci ha contattato e ci ha chiesto di poter organizzare degli eventi culturali. Anche il Comune ci ha contattati e per l'anno prossimo prevediamo di organizzare attività nei quartieri periferici come Quarto Oggiaro, dove solitamente la cultura non arriva».
Milton Fernandez, direttore artistico del Festival della letteratura di Milano (Fotogramma).
Molto interessante che a promuovere un festival di letteratura milanese sia uno scrittore di origine uruguayana. «Della mia origine sudamericana io porto la pazzia e l'incoscienza di iniziare un'avventura come questa», scherza Fernandez. «E poi, Milano da sempre è una città multietnica. Qui sono passati i grandi intellettuali internazionali. La multiculturalità è nella sua storia».
E fra i numerosi appuntamenti in calendario, il 5 giugno alla Casa circondariale San Vittore va in scena il reading musicale Storie dell'era del tango: il musicista e scrittore Marcelo Caracoche presenta il suo libro omonimo e ripercorre la storia del tango in un dialogo con il gruppo di lettura "Liberi di leggere" del penitenziario milanese. Il 6 giugno lo stesso Milton Fernandez sale sul palcoscenico (al Centro Asteria) con lo spettacolo teatrale 2084, ispirato al celebre romanzo di George Orwell 1984. Sempre il 6, alla Fornace, si approfondirà il linguaggio e il significato della poetica della negritudine con Pap Khouma e Cheikh Tidiane Gaye (scrittori italiani di origine senegalese), Karim Metref e Aliuo Diop.
Il 7 giugno, al Cam Tibaldi, sono protagonisti gli Italiani d'altrove: ovvero i poeti che continuano a sentire in italiano anche se scrivono in altre lingue. E poi lo spazio riservato alle donne, sia come autrici che come ispiratrici di opere letterarie: allo Spazio Milano C'est chic Giuseppe Langella, docente di Letteratura italiana moderna e contemporanea all'Università Cattolica, dialoga con alcune donne sui 39 profili poetici di donna dalla A alla Z, cammei finemente cesellati con volti femminili, contenuti nel suo libro La bottega dei cammei. E ai Chiostri dell'Umanitaria le autrici della casa editrice Rayuela edizioni dialogano e si confrontano raccontandosi attrraverso le protagoniste femminile dei loro romanzi. Sempre il 7, al Centro Asteria, Federico Leonardi, studioso di Filosofia della storia e regista teatrale, porta in scena L'Italia capovolta, uno spettacolo che, muovendosi tra spezzoni di film, passi di letteratura italiana, musiche e immagini alternati alla voce narrante dell'autore, ripercorre la storia del nostro Paese da prima del Risorgimento a oggi, attraverso la sua decadenza e la sua rinascita, il miracolo economico e il nuovo sbandamento attuale, per provare a far riemergere l'identità perduta dell'Italia. Il programma del festival si trova sul sito www.festivaletteraturamilano.it.
Giulia Cerqueti