Servillo, due fratelli per Eduardo

Il regista-attore Toni e il musicista Peppe sono i bravissimi e affiatati protagonisti di "Le voci di dentro": una commedia che, parlando del dopoguerra, svela i mali del presente.

28/03/2013
I fratelli Servillo in scena (foto Fabio Esposito).
I fratelli Servillo in scena (foto Fabio Esposito).

In Le voci di dentro, composta dal drammaturgo e attore Eduardo De Filippo nel 1948, due fratelli, Alberto e Carlo Saporito, vivono con lo zio Nicola, in una singolare abitazione in cui affastellano sedie perché sono “apparecchiatori” di feste, cioè affittano le sedie per assistere alle feste popolari organizzate nei vicoli o nelle piazze, professione oggi scomparsa anche nel Sud Italia. E chi meglio di due veri fratelli sono due interpreti ideali per i fratelli Saporito? I napoletani Servillo: il pluripremiato attore di teatro e cinema Toni e Peppe, musicista e cantante degli Avion Travel.

Toni, a dieci anni dal trionfo di Sabato, domenica e lunedì, sempre di De Filippo, dopo le tournée internazionali con Le smanie della villeggiatura di Carlo Goldoni e numerosi successi cinematografici, torna in teatro, mentre Peppe, che aveva esordito sul palcoscenico da ragazzo, si cimenta ora in questo ruolo così da attribuire la reale complicità ai due fratelli ideati dal drammaturgo napoletano. De Filippo, che spesso aveva composto le sue celebri opere, come Napoli milionaria!, Filumena Maturano, proprio per sé e per i suoi fratelli attori Peppino e Titina, ne sarebbe entusiasta. E anche il pubblico che assiste alla prima nazionale di Le voci di dentro ride e si commuove per la storia reale e surreale dei Saporito.

Alberto Saporito (Toni Servillo) pensa che i vicini di casa, i Cimmaruta, abbiano ucciso l’amico Aniello Amitrano di cui da giorni non si hanno notizie. Coraggiosamente li denuncia, ma, solo poco dopo, cercando i documenti che confermino l’omicidio, si accorge di avere sognato tutto e ritratta. Nel frattempo, poiché la denuncia si è avviata, il procuratore crede che Alberto la voglia ritirare per paura o che abbia inventato il fatto e quindi lo accusa per falsa testimonianza. Alberto che, sconsolato, pensa che «uno non è libero neppure di farsi un sogno», mette in moto un incontrollabile meccanismo di accuse che mostra la mancanza di valori della società italiana dell’epoca e non solo: suo fratello, temendo che Alberto vada in prigione, vuole fargli firmare una carta per vendere il loro tesoretto comune, le sedie da affittare. Mentre i familiari Cimmaruta si accusano a vicenda dell’omicidio di Amitrano: la moglie accusa il marito e viceversa, il nipote denuncia la zia perché in una stanza segreta traffica formando saponette per risparmiare, come facevano normalmente tante donne nel dopoguerra.

Peppe e Toni in un'altra scena dello spettacolo (foto Fabio esposito).
Peppe e Toni in un'altra scena dello spettacolo (foto Fabio esposito).

Dai vivaci dialoghi tra i personaggi e nell’alternanza tra sogno e realtà, tra voci vere dei personaggi e voci “di dentro”, appare che l’umanità rappresentata con ironia da De Filippo è composta da persone piene di sospetti e di cattivi pensieri, pur essendo invece tutti innocenti, perché alla fine lo scomparso riappare vivo e vegeto. Un quadro desolato del dopoguerra quindi in cui il personaggio emblematico è lo zio Nicola che ha smesso di parlare perché si sente incompreso, ha capito che parlare è inutile, e comunica con i nipoti solo attraverso un curioso alfabeto Morse scandito dallo scoppio dei fuochi d’artificio, che accendeva per le feste. Parla solo poco prima di morire per dire «per favore un poco di pace», proprio mentre tutti stanno litigando accusandosi.

Tutta la compagnia di attori è di buon livello guidata da Toni Servillo che, con disinvoltura, spazia dal tono drammatico dell’invettiva all’ironia con cui suscita il sorriso, al ragionamento filosofico tipico dei personaggi di Eduardo che inducono a riflettere sulla vita in particolare delle classi popolari. Ma la vera rivelazione è proprio Peppe, che caratterizza il suo personaggio con una recitazione impreziosita anche da una mimica straordinaria. Nella scena in cui è seduto al tavolo di fianco al fratello Alberto-Toni che parla, Carlo-Peppe costruisce una sorta di sottotesto ripetendo alcune parole ad effetto e soprattutto sottolineando alcune frasi dette dal fratello con smorfiette con la bocca, con gli occhi.

Le voci di dentro
, che è stato rappresentato in anteprima a Marsiglia, Capitale europea della Cultura, rappresenterà anche il teatro italiano negli Stati Uniti, in occasione dell’Anno della Cultura italiana con alcune repliche a Chicago dal 25 al 29 giugno 2013 presso il Chicago Shakespeare Theater, confermando che De Filippo è uno degli autori italiani più rappresentatati anche all’estero.

Dove & quando
Le voci di dentro di Eduardo De Filippo. Regia di Toni Servillo. Scene di Lino Fiorito. Costumi di Ortensia De Francesco. Con (in ordine di apparizione) Betti Pedrazzi, Chiara Baffi, Marcello Romolo, Lucia Mandarini, Gigio Morra, Peppe Servillo, Toni Servillo, Antonello Cossia, Vincenzo Nemolato, Marianna Robustelli, Daghi Rondanini, Rocco Giordano, Maria Angela Robustelli, Francesco Paglino. Coproduzione Piccolo Teatro di Milano-Teatro d’Europa, Teatro di Roma, Teatri Uniti in collaborazione con Théâtre du Gymnase, Marseille. Al Piccolo Teatro Grassi di Milano dal 27 marzo al 28 aprile 2013, dal 7 al 31 maggio 2013 al Teatro Argentina di Roma e nella stagione 2013/2014 del Teatro San Ferdinando di Napoli.

Info:
tel. 848800304, www.piccoloteatro.org, www.teatrodiroma.net

Albarosa Camaldo
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