22/02/2013
Storia e curiosità del patrimonio artistico e culturale racchiuso nelle mura vaticane non sono più prerogativa di scritti da specialisti: per la prima volta, sono sintetizzati in una Guida generale della Città del Vaticano. Una Guida che offre spunti di memoria e spiegazioni sull'arte in un percorso di visita ideale in cui non mancano segnalazioni di ordine pratico.
Oltre 30 autori, tutti esperti di eccellenza, per un volume che è già pronto in 6 lingue edito dalla Lev, Libreria Editrice Vaticana, da Jaca Book e Musei Vaticani. Una sorta di Baedeker Vaticano, commenta il direttore della Lev, don Giuseppe Costa, accostando la Guida alla collana turistica della nota casa editrice tedesca il cui nome è divenuto proprio sinonimo di guide turistiche.
La Guida non tratta di zone extraterritoriali o delle Basiliche a Roma perché viene pubblicata proprio per colmare la lacuna sulla parte dentro le Mura del Vaticano su cui finora si potevano leggere solo singoli studi specializzati per ogni settore: palazzi, giardini, monumenti.
Il professor Roberto Cassanelli, che ha curato la prima parte della guida, sottolinea la gestazione lunga e complessa del volume dovuta anche ad un obiettivo preciso: evitare contributi troppo specializzati ma senza trascurare nulla. “Abbiamo censito tutto, e questo credo sia il principale merito, il principale elemento di interesse del volume: cioè, quello di aver tentato per la prima volta di fare un inventario del patrimonio, senza introdurre elementi di discriminazione qualitativa. E’ censito tutto, e naturalmente a ciascun monumento è dato il suo valore”.
Viene subito in mente la difficoltà dell'impegno pensando a quanta stratificazione storica si sia prodotta su un così piccolo territorio nei secoli. Se parliamo spesso di stratificazione per Roma, dobbiamo farlo in particolare per la Città del Vaticano. Il viaggio è affascinatissimo. Si scopre a esempio che i giardini all'interno del Vaticano si estendono per 22 ettari, rappresentando così la metà dei 44 ettari di estensione totale. La studiosa Alberta Campitelli, che si è occupata della sezione giardini, ricorda che “i Pontefici non avevano una 'continuità dinastica', e quindi ognuno di loro ha lasciato una traccia particolare, individuale, molto chiara del proprio operato e della propria presenza”.
Si scopre che ripercorrendo la storia dei giardini, si ripercorre veramente la storia della Chiesa, la storia dei vari Pontefici che si sono succeduti sul Soglio di Pietro. La Campitelli ci spiega che “il Giardino era in diretta connessione con gli edifici, quindi è stato sempre un elemento a complemento e a decoro degli edifici”. Ogni Pontefice ha lasciato una traccia “individuale”. Qualche esempio: “il giardino segreto di Paolo III, del quale oggi non resta quasi più nulla; il Giardino quadrato, quello su cui si affaccia la Pinacoteca, che era un giardino – lo sappiamo dai documenti, dalle vedute – che aveva dei pergolati meravigliosi, sotto i quali passeggiare all’ombra godendo del profumo e della vista da tante finestrelle aperte in questi tunnel vegetali”.
Un altro giardino scomparso è il Giardino fatto realizzare da Clemente VII, che non esiste più perché c’è tutta l’ala dei Musei Vaticani voluta da Paolo VI negli anni Sessanta. Questo giardino affacciava su Monte Mario perché Clemente VII, che era stato il committente di Villa Madama che aveva dovuto abbandonare quando è diventato Papa, cercava l'affaccio su quella direzione. Un'altra curiosità illustrata nella Guida: nel 1561 un Pontefice rigoroso come Pio V, passato alla storia per essere il Pontefice dai costumi severissimi, impiantò intorno alla Casina di Pio IV, voluta dal suo predecessore, un Giardino botanico, in cui Michele Mercati, grandissimo botanico, scambiava fiori con Ulisse Aldrovrandi che li faceva venire addirittura dalle Indie, come allora venivano chiamate le Americhe, attraverso il re di Spagna, Filippo II.
La guida parla di tutte queste presenze incredibili delle quali in gran parte le tracce sono faticosamente leggibili, se non si conosce la storia e se non si ricostruiscono i documenti. Ma lo fa per condurre per mano il visitatore tra tanta ricchezza storica. E infatti non mancano, accanto a bellissime foto a colori, piantine e mappe per orientarsi. Al momento sono pronte 22 mila copie della Guida, che rappresenta una prima assoluta. In prospettiva c’è anche l'idea di una versione elettronica, ma non nell’immediato. Resta da dire che la Guida appena uscita va già aggiornata con il nome del Pontefice che succede a Benedetto XVI. E' una inaspettata circostanza che aiuta a riflettere su quanto sia viva la vita della realtà del Vaticano che troppo spesso i turisti attraversano senza la dovuta consapevolezza e preparazione sulla storia passata e forse anche sulla ricchezza dell'oggi.
Fausta Speranza