10/01/2013
Alcuni capi vintage in mostra fino al 31 maggio 2013 al Museo del tessuto di Prato.
La parola vintage letteralmente significa vendemmia, raccolta delle uve, ma ormai è entrata a far parte del linguaggio abituale per indicare capi d’annata. Oggi, l’abito usato ha un suo status, perché carico di significato. Capace di evocare connotazioni politiche come ambienti di celluloide, tanto da guadagnare sempre più l’attenzione sia dei collezionisti nelle vendite all’asta sia dai frequentatori di mercati vintage.
Così il Museo del tessuto di Prato si fa portavoce della tendenza, inaugurando la rassegna dell’usato chic negli spazi della fondazione. “Vintage. L’irresistibile fascino del vissuto” (fino al 30 maggio 2013) è il titolo della mostra organizzata dalla Camera di Commercio, dal Comune e dalla Provincia di Prato.
In uno spazio di 800 metri quadrati oltre 100 pezzi d’antan tra costumi antichi e preziosi manufatti tessili distribuiti tra la sala storica e gli ambienti del piano superiore raccontano il fashion di seconda mano come fenomeno di costume che coinvolge e soprattutto influenza la moda contemporanea. Spiegano come fosse consuetudine nei tempi passati riadattare i capi, cambiargli funzione secondo le esigenze del momento. Prato è stata all'avanguardia nell'ambito della raccolta di abiti usati e del riuso delle fibre.
Tra gli stand, divisi in sezioni, anche jeans d’annata e tenute simbolo dei movimenti giovanili e di protesta, abiti folk e completi hippy. A fornire la materia prima è soprattutto A.N.G.E.L.0 Vintage Archive. Interessanti i filmati d'archivio ai protagonisti del vintage come Giovanni Masi, entusiasta promotore di progetti ed eventi di Prato sin dagli anni Settanta.
Ginevra Petrolo