06/04/2012
Oggetto d’altri tempi, la candela è stata sempre fonte d’ispirazione nella pittura classica e nella letteratura romantica; ancora nel Novecento, decantata dall’arte povera come simbolo di speranza e verità.
Tema, dunque, a lungo indagato, lo è tuttora dall’arte e dal design al punto che il museo Poldi Pezzoli di Milano, in vista della Design week dell’imminente Salone del mobile, ha pensato a una mostra in collaborazione con Foscarini e la rivista Inventario, per rappresentare in una cinquantina di opere la creatività applicata all’umile candela.
Allestita in tre sale della casa-museo di via Manzoni, nasce così l’esposizione Fare Lume. Candele tra Arte e Design, curata da Beppe Finessi (fino al 21 maggio). Il percorso inizia nel Salone dell’Affresco con ceri firmati da noti designer che fanno corona a un’opera fondante dell’arte povera di Michelangelo Pistoletto: Candele, del 1967. Oltre a lavori di Luis Frangella, Pierpaolo Calzolari e Bonomo Faita, si incontrano candele come le Morandine di Sonia Pedrazzini ispirate alle famose bottiglie protagoniste dei quadri di Giorgio Morandi.
Al primo piano, invece, sul grande tavolo della Sala Trivulzio tutti gli oggetti evocano i ceri, come le lampade di Marcel Wanders da accendere soffiando su una lampadina con la sagoma della fiamma, in un gioco che utilizza la forma del passato e la tecnologia del presente.
La performance continua nella Sala del collezionista con interpretazioni di candelieri progettati da artisti e architetti tra i quali Philippe Starck, Maarten Baas, Ora-ïto, Bruno Munari, Richard Meier e Arnaldo e Giò Pomodoro, Giulio Iacchetti. Un ritorno di fiamma, è il caso di dirlo, per un oggetto d’arredo affascinante rilanciato dal design attuale.
Ginevra Petrolo