10/01/2011
Checco Zalone e gli altri protagonisti del film.
Non era mai successo che un film, per giunta italiano e non interpretato da star affermate, riuscisse, nei primi cinque giorni di programmazione raggiungesse e superasse i 18 milioni di incasso, superando così film che sembravano imbattibili come Avatar, in assoluto maggior incasso della storia del cinema, e il fenomeno Harry Potter, e battendo sul loro terreno i tradizionali "cinepanettoni".
Si tratta di Che bella giornata, seconda fatica di Checco Zalone, lanciato da un’esaltante stagione a Zelig e che già col primo film, Cado dalle nubi, alla chetichella, praticamente ignorato dalla critica, aveva raggiunto i 30 milioni di euro al botteghino. La cosa più singolare è che stavolta non solo il pubblico ha dimostrato (ma ce n’era bisogno?) che quando sceglie un prodotto, film, libro o trasmissione televisiva, fa sentire il suo peso determinante, ma si è schierata persino la critica più togata assegnando a Una bella giornata” quattro o cinque stelle-qualità, apprezzamento di solito riservato ai film d’impegno, e affermando che si ride dall’inizio alla fine.
Forse è un rigurgito di cattiva coscienza per non essersi accorta che il film d’esordio, certamente squinternato, o a voler essere generosi, molto naif, era assai più divertente di questo, che è meno risate e più trama, quindi più film. Del resto la popolarità Zalone se l’è conquistata partecipando a Zelig, trasmissione seguita da milioni di telespettatori. E proprio da Zelig abbiamo scovato alcune delle sue interpretazioni più apprezzate. Sono le Chicche di Checco.
La Juve in B per calciopoli: “E' domenica e quanto vorrei che sarebbe già lunedi com’è triste la domenica se sei in serie B”.
Telefonata a Cassano: "Quanti ne vedrai di mister che vorrebbero che ti allenassi. Guardi la vita come una caricatura, a dieci anni la tua foto era già in questura”.
La Nazionale: siamo una squadra fortissimi, fatta di gente fantastici".
La politica: Dove sta scritto che la musica popolare è solo di sinistra. Sentire quanto è bella la tarantella del centrodestra: ”Viva Berlusconi e il consumismo,viva Brunetta persona come si deve, evviva tutti e sette evviva Biancaneve, evviva il Parlamento ci vai una volta al mese prender lo stipendio".
L’inno di Sinistra e libertà dedicato a Niki Vendola: “A chi ti dice che il mio partito è un'utopia, rispondi che il suo è gesantropia. È una parola che non esiste e lo metti in confusione!”
La ballata della escort (sull’aria di La canzone di Marinella di De Andrè): "Quella della Daddario è una storia vera, che si trovò a palazzo quella sera".
La patente: "Mi ha fermato la polizia e voleva togliermi venti punti ma non ha potuto, non ho la patente".
Gigi Vesigna