04/11/2011
"Apparizione delle Vergine a san Bernardo" di Filippino Lippi.
Filippino Lippi (Prato 1457 circa – 20 aprile 1504), figlio illegittimo del pittore carmelitano fra Filippo Lippi (Firenze 1406 - Spoleto 1469), è un artista estremamente moderno che la bella mostra aperta alle Scuderie del Quirinale ci fa scoprire nel confronto con alcune opere di Sandro Botticelli, che fu allievo di suo padre. Filippino, rimasto orfano a dodici anni, imparò a sua volta la pittura nella bottega di Sandro, conquistando però una sua autonomia e committenza.
Per scoprire la novità della pittura di Filippino Lippi, che lo storico dell’arte Alessandro Cecchi ha giustamente definito “un pittore per tutte le stagioni”, possiamo partire da una capolavoro come la grande pala di Badia Fiorentina che Filippino dipinse a 27 anni e che ha come tema l’apparizione della Vergine a san Bernardo. Il momento è sublime: mentre il famoso monaco cistercense, innamorato della figura di Maria, sta scrivendo un’omelia in onore della Vergine, Lei stessa appare al santo e con le dita sfiora le pagine increspata del volume. Circondano la Vergine i volti birichini di angeli-fanciulli che, con il naso all’insù, osservano la scena. Appoggiato alle rocce un libro aperto con il testo evangelico dell’Annunciazione, mentre sotto la rustica scrivania si scatenano le forze oscure del male. In alto, invece, i confratelli di san Bernardo partecipano alla visione che a loro si rivela come luce sovrannaturale che “buca” il cielo.
"Madonna in adorazione del bambino" di Lippi, del 1478.
Per contro, in alcune tavole come la Liberazione di Andromeda e le
Storie di Lucrezia e di Virginia veniamo a conoscere il Filippino Lippi
profano, che tratta con una pennellata inquieta e guizzante quei fatti
di sangue, ambientati nella romanità latina, ma che sembrano appena
usciti dalla drammaticità della vita quotidiana della Firenze medicea
dove, cacciata la monarchia, viene proclamata la repubblica
savonaroliana. E propria fra Girolamo Savonarola, con le sue prediche
infiammate sul crocifisso e le dispute teologiche domenicane intorno al
sangue di Cristo, sono all’origine di opere come il Crocifisso del
Museo civico di Prato, fatto per la devozione privata di qualche fedele
vicino al movimento dei piagnoni e a quello dei battuti, che si
flagellavano per le vie di Firenze.
Giriamo pagina e ancora la versatilità di Filippino Lippi ci sorprende
nelle due tavole con san Giovanni Battista e la Maddalena (Firenze,
Galleria dell’Accademia) in cui raggiunge toni di esasperato
espressionismo, mentre sa essere delicatamente botticelliano nella sue
stupende icone mariane come la Madonna in adorazione del Bambino degli
Uffizi; rivelandosi inoltre grande ritrattista nel cogliere le fattezze
di uno dei protagonisti della grande pala Madonna con il Bambino e santi
della Cappella Neri della chiesa di santo spirito a Firenze, san
Martino di Tours, il suo bel volto rasato e le vene azzurrine in rilievo
sulle tempie.
"Storia di Virginia", realizzato da Lippi fra il 1470 e il 1480.
Infine per conoscere a fondo Filippino, è d’obbligo andare a scoprire i
suoi affreschi. A Roma quelli della cappella Carafa in Santa Maria
sopra la Minerva con l’aereo girotondo d’angeli che circondano la
Vergine Assunta. A Firenze gli affreschi della cappella Strozzi in Santa
Maria Novella. E soprattutto la cappella Brancacci nella chiesa
fiorentina del Carmine, dove completa le storie di san Pietro dipinte da
Masaccio e Masolino da Panicale. La mano del Lippi è stata identificata
nel san Pietro in cattedra, in carcere visitato da san Paolo, liberato
da un angelo e infine crocifisso a testa in giù. L’angelo che
accompagna san Pietro fuori dalla prigione ricorda gli angeli di
Botticelli, ma con una vena di realismo e ironia che dimostra una volta
di più la modernità di Filippino Lippi, pittore per tutte le stagioni, e
quindi anche per la nostra.
DOVE & QUANDO
Filippino Lippi e Sandro Botticelli nella Firenze del '400, Roma, Scuderie del Quirinale, fino al 15 gennaio 2012, www.scuderiequirinale.it
Alfredo Tradigo