07/03/2012
Una scena di "La battaglia di Legnano" andato in scena al Verdi di Trieste.
Queste settimane del nostro panorama operistico presentano, al pari della Rai, di tutto e di più. In attesa di un titolo pressoché inedito per i nostri palcoscenici – Jakob Lenz di Wolfgang Rihm (protagonista Tomas Höwes, direttore Mario Angius) in programma ad aprile al Comunale di Bologna – il Teatro Filarmonico di Verona ospita Iris di Mascagni (protagonista Rachele Stanisci), opera che merita un interesse maggiore di quello ad essa generalmente riservato dai teatri italiani negli ultimi decenni (dal 16 al 25 marzo). È tornato inoltre d’attualità Roméo et Juliette di Gounod, la cui comparsa al Carlo Felice di Genova ha puntato arditamente su due elementi di richiamo internazionale: la bacchetta di Fabio Luisi e la voce di Andrea Bocelli.
Ci sono poi altri quattro teatri le cui scelte si fanno particolarmente apprezzare, a partire dal Verdi di Trieste che ha presentato la poco frequentata Battaglia di Legnano di Verdi con Dimitra Theodossiou. Un’altra rarità verdiana è in programma al San Carlo di Napoli, che ospita la sua seconda edizione de I masnadieri (la prima risale nientemeno che al 1849). Sul podio c’è Nicola Luisotti, neo-direttore artistico dell’istituzione napoletana, la regia è di Gabriele Lavia e fra i protagonisti spiccano il tenore Aquiles Machado e il soprano Lucrecia Garcia (dal 21 al 31 marzo).
L'atteso "Die Frau ohne Schatten", alla Scala di Milano.
Al Comunale di Firenze c’è invece una giustificata attesa per Anna
Bolena, anch’essa di ritorno sulle scene fiorentine dopo una lunghissima
assenza. La direzione d’orchestra è affidata a Roberto Abbado, lo
spettacolo è firmato da Graham Vick; Mariella Devia e Sonia Ganassi
danno voce e figura rispettivamente alla sfortunata regina d’Inghilterra
e a Jane Seymour, affiancate da Roberto Scandiuzzi (Enrico VIII) e
Shalva Mukeria (Percy).
Infine, uno dei vertici dell’attuale stagione operistica è rappresentato
da Die Frau ohne Schatten di Richard Strauss, in cartellone alla Scala dall11 al 27 marzo.
Dirige Marc Albrecht, che sostituisce l’indisposto Semyon Bychkov, con
la regia di Claus Guth. La compagnia di canto è di tutto rispetto, e
schiera tre donne di prim’ordine – , Emily Magee (L’imperatrice),
Michaela Schuster (La nutrice), Elena Pankratova (La tintora) –
affiancate da Johan Botha (L’imperatore) e Falk Struckmann (Barak).
Giorgio Gualerzi