Nancy Brilli, locandiera femminista

L'interpretazione da parte dell'attrice del celebre personaggio di Goldoni ne mette in luce non solo il fascino, ma anche la volontà di difendere il ruolo della donna come lavoratrice.

09/01/2013
Nancy Brilli con Fabio Bussotti e Maximilian Nisi (foto Federico Riva).
Nancy Brilli con Fabio Bussotti e Maximilian Nisi (foto Federico Riva).

Un classico del teatro, La locandiera di Carlo Goldoni, segna il ritorno in palcoscenico della popolare attrice Nancy Brilli che, dopo anni in cui ha scelto di non viaggiare per stare vicina a suo figlio, ora riparte in tournée per impersonare Mirandolina, cavallo di battaglia di molte attrici. Il celebre personaggio, anticonvenzionale per l’epoca settecentesca in cui è stato ideato, è una donna che, alla morte del padre, decide di gestire personalmente, con l’aiuto del cameriere Fabrizio, una locanda, tenendo a bada, tra i clienti, alcuni nobili corteggiatori, il Marchese di Forlipopoli, il Conte di Albafiorita e il Cavaliere di Ripafratta.

La locandiera civetta con i suoi spasimanti, accetta i loro doni
, giocando con le loro gelosie e facendo innamorare persino il Cavaliere, inizialmente indifferente al fascino femminile, ma poi, anche se lusingata dai suoi successi, decide di sposare Fabrizio che appartiene alla sua stessa classe sociale, attenendosi alla volontà paterna, come era nelle abitudini dell’epoca.

Nell’allestimento del regista Marini, Mirandolina è una donna dalle molte sfaccettature, come evidenzia anche la scenografia di Chiti costituita da specchi, su uno sfondo bianco, che riproducono anche una visione molteplice della realtà. In alcune scene i corteggiatori con costumi di colori sgargianti appaiono negli specchi come mostruose caricature per sottolineare i loro comportamenti eccessivamente individualisti, tesi a primeggiare. Il costume di Mirandolina, chiusa in un rigido bustino, simboleggia la durezza dei suoi sentimenti e la sua volontà di rivalsa sugli uomini che la vorrebbero considerare solo una bella donna e non adatta a lavorare nella locanda; inoltre la Brilli usa toni più dimessi e meno civettuoli, senza mossette e parole leziose solitamente utilizzate nella tradizione scenica goldoniana, pur mantenendo la comicità del testo originale che viene rispettato.

La Brilli in un'altra scena della "Locandiera" (foto Federico Riva).
La Brilli in un'altra scena della "Locandiera" (foto Federico Riva).

La Brilli infatti si stacca dal cliché dell’attrice solo brillante, costruendo appositamente un personaggio a tratti malinconico e riflessivo perché la sua Mirandolina difende dai pregiudizi degli uomini il suo valore di donna lavoratrice.

Nella regia di Marini tutti i personaggi agiscono da calcolatori per il proprio interesse, come accade anche nel mondo contemporaneo, o, per ripicca si impuntano sulle loro posizioni a scapito di sentimenti come l’amore che non è più il motore dell’azione, ma soccombe perché tutti amano solo se stessi. Anche la protagonista resta sola in scena alla fine della commedia ad osservare con nostalgia la boccetta d’oro donatale dal Cavaliere che, alla notizia delle nozze con Fabrizio, ha lasciato deluso e arrabbiato la locanda.

Dove e quando
LA LOCANDIERA di Carlo Goldoni. Adattamento e regia di Giuseppe Marini. Con Nancy Brilli e Fabio Bussotti, Claudio Castrogiovanni, Maximilian Nisi, Fabio Fusco e Andrea Paolotti. Scene di Alessandro Chiti, costumi di Nicoletta Ercole. Dall’8 al 27 gennaio al Teatro Manzoni di Milano e poi in tournée.

Info: tel. 02.763.69.01, www.teatromanzoni.it

Albarosa Camaldo
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