14/07/2011
Uno spettacolare momento di "Lucia di Lammermoor", al Regio di Torino. In scena, Elena Mosuç e Francesco Meli.
Omaggio lirico alla pazzia, intesa quale fil rouge che unisce due opere di Donizetti le cui protagoniste, come del resto il loro stesso autore, sono vittime della follia: Lucia di Lammermoor (1835) evolve verso un finale tragico, mentre Linda di Chamounix (1842) sfocia nell’inatteso rinsavimento del soprano grazie all’amore ritrovato.
Del tutto casuale l’occasione di tale accostamento.
Da un lato abbiamo la recentissima Linda di Chamounix pubblicata da Opera Rara (3 CD, ORC 43) che propone l’edizione live dell’opera eseguita al Covent Garden nel settembre 2009. Dirige bravamente Mark Elder, convincente protagonista è la cubana Eglise Gutierrez, che si sta affermando fra i soprani lirico-leggeri della nuova generazione: la voce non è particolarmente bella e sostanziosa, ma ha alcune frecce risolutive al suo arco vocale che garantiscono una puntuale espressività.
Romena è invece Elena Mosuç, Lucia al Regio di Torino nel segno della chiaroscurata bacchetta di Bruno Campanella e della suggestiva sobrietà della collaudata regia di Graham Vick. Molteplici esperienze hanno fatto della Mosuç abbastanza lontana dallo schema del soprano leggero tradizionale, un lirico cui è rimasto il privilegio dell’agilità e della facile ascesa agli estremi acuti. A Francesco Meli, consapevole del suo valore e delle sue potenzialità tecnico-espressive, spetta soltanto l’impegno di sapersene servire dosando sforzi e obiettivi. Gli altri interpreti si sono pienamente inseriti di questa Lucia integrale, cooperando al successo caloroso decretato dal pubblico torinese.
Giorgio Gualerzi