05/11/2012
Lucio Battisti, a sinistra, e Mogol: insieme formarono uno dei più formidabili soldalizi della musica italiana (Ansa).
“Credo che in tutti noi ci sia un po’di Dio. Nei bambini ce n’è di più”. Giulio-Mogol-Rapetti, vulcanico protagonista del mondo dello spettacolo e della cultura, stavolta non firma una canzone ma un libro intitolato Le ciliegie e le amarene, una raccolta di “pensieri e parole” che sottolineano la sua inguaribile versatilità (Minerva edizioni). “A 76 anni compiuti chi lo ferma quello!?”, commenta sua moglie Daniela che, per una volta, non può partecipare alla serata di gala che gli amici, Mario Lavezzi in testa, hanno organizzato al Teatro Nazionale di Milano dove Giulio ha straripato con i mille aneddoti della sua lunga carriera, iniziata con la vittoria al Sanremo 1961 con Al di là.
Era la seconda canzone firmata Mogol e venne affidata a Luciano Tajoli e Betty Curtis. Era arrivato sin lì - lo ricordo perché quello era anche per me il primo festival - in quanto figlio di Mariano Rapetti, un dirigente della Ricordi. E mai “raccomandazione” fu più profetica. Doveva stravincere Mina, che piaceva tanto ai giovanissimi, trionfò la ultramelodia di Tajoli, mixata dall’urlatrice Betty Curtis e Mogol spiccò il volo.
Giulio, nella vita ne hai fatte di tutti i colori: sei stato presidente della Nazionale cantanti, hai firmato le leggendarie canzoni di Battisti e ora stai per debuttare nell’opera lirica.
"Prima di tutto un pensiero a Lucio: ho sentito che il luogo dove riposa è semiabbandonato, e questo mi dispiace molto. Certo Lucio non amava i complimenti, ma non si merita l’oblio.In quanto all’opera è un progetto che abbiamo ideato con Gianni Bella, prima che la malattia lo colpisse. Si tratta della trasposizione del romanzo di Giovanni Verga, Storia di una capinera (musiche di Gianni, liriche mie, libretto di Giuseppe Fulcheri). Inventare parole, trovare neologismi fa parte della mia natura: per La Capinera ho trovato una parola nuova che mi piace molto perché è onomatopeica: “L’amore che ruscella nel cuore”, ruscellare, forte e limpido come un ruscello. Mi piace proprio!".
So che comunque per l’opera avete problemi di finanziamenti.
"È vero, ci vogliono 800 mila euro e stiamo concludendo con degli investitori. Nel 2013 ce la faremo".
Si parla poco del prossimo Sanremo: ci sarà Mogol tra gli autori delle canzoni in gara?
"Fazio ha deciso che ognuno dei quattordici
cantanti in gara dovrà presentare due canzoni. Magari ci sarà posto per
gli autori… Io con Gianni Bella ne ho scritta una, Fiore di Luna che
sembra fatta apposta per Jovanotti, e poi ne ho anche un’altra, Magico
autunno che trovo commovente persino quando la canto io… Aspettiamo le
scelte di Fazio".
E questo libro dal titolo bucolico, che è una gioiosa raccolta di pensieri che vengono dal cuore?
"È una specie di diario del mio quotidiano. Chi si avvicina non deve immaginare trame intricate e scene madri.
Ripeto, sono solo pensieri che Roberto Mugavero, l’editore di “Minerva”,
ha voluto pubblicare e gliene sono grato!".
Mogol e la politica: che ne pensi dell’exploit di Grillo?
"Approvo l’idea di cercare persone per bene da candidare, ma l’idea di non farli andare in TV mi pare follia pura".
Mogol, un monumento nel mondo della
musica ma anche della comunicazione e Daniela, una moglie, ma anche una
coscienza critica. È corretto?
"Sì, ma dovresti vederla quando fa coppia con
la gemella Barbara. Insieme hanno fondato una società di comunicazione
che, guarda un po’, si chiama Numero due. Tra l’altro Barbara ha sposato
il figlio di Franco Migliacci, l’autore di Volare, così che la
famiglia, grazie a loro, è una specie di mausoleo della canzone d’autore
italiana".
Ed è proprio di questi giorni una
rovente polemica nata dopo che Franco Migliacci, vedendo in Tv una
puntata de Il viaggio, recente fatica di Pippo Baudo, è rimasto, a dir poco, interdetto.
"Niente di vero nella ricostruzione della
nascita della canzone. Quel giorno io e Mimmo dovevamo andare al mare con
due ragazze, ma lui mi ha dato buca perché la sua fidanzata Franca
Gandolfi aveva preferito un’altra meta. Così ho liquidato le ragazze, ho
comprato un fiaschetto di vino, l’ho bevuto quasi tutto e mi sono
addormentato in camera mia. Appena sveglio mi trovo davanti agli occhi i
poster di due quadri di Chagall, Il gallo rosso e ll pittore e la
sua modella, entrambi immersi nel blu e così nasce Volare... La storia
sarebbe lunga, ma nella fiction faccio una figura che proprio non mi
va. C’è un avvocato, Giorgio Assumma, un luminare del diritto d’autore,
che si sta occupando del problema. Ma quella scena deve essere tagliata
a costo di farlo io con le forbici".
La produzione si difende assicurando che la
scena vista da Migliacci, estrapolata da un contesto molto più vasto non
è per niente offensiva. Ma, per la cronaca, dopo il successo planetario
di Volare, l’anno dopo Modugno rivinse Sanremo con Ciao ciao
bambina, firmata da lui benché i testi fossero di Dino Verde. Ma questa
è un’altra storia. Che alle gemelle non piacerebbe.
Gigi Vesigna