06/07/2012
Ohoka Shushei da Hiroshima è il vincitore della prima olimpiade della pizza (foto ufficio stampa).
Pizza… Italia… Napoli… Macchè!! Ohoka Shushei da Hiroshima è il vincitore della prima olimpiade della pizza. Il giapponese, proprio a Napoli, ha trionfato nella specialità “Pizza Classica” nella prima edizione delle Olimpiadi della Verace Pizza Napoletana, una gara vera e propria con tanto di torcia olimpica, giudici (chef, pizzaioli, gastronomi) e concorrenti provenienti da 4 continenti diversi. La medaglia d’argento - per fortuna verrebbe da dire - è andata al collo del napoletano Alberto Arino; terzo un altro giapponese, Noda Hironori.
Ohoka Shushei nel momento della premiazione (foto ufficio stampa).
Una beffa? Magari i puristi potranno storcere il naso, i consumatori sorprendersi, gli italiani arrabbiarsi… Ma tant’è; in tempi di globalizzazione capita anche che un simbolo italiano sia preparato in maniera perfetta, anche oltralpe.
Anzi oltre oceano. Non è un caso che all’invito dell’Associazione Verace Pizza Napoletana, che ha ormai delegazioni in tutto il mondo, hanno risposto oltre cento pizzaioli provenienti da Serbia, Russia, Stati Uniti, Portogallo; particolarmente folta la compagine del Sol Levante con circa 20 concorrenti.
D’altra parte c’è una pizzeria in ogni angolo del mondo e, dunque, la vittoria di un giapponese, vista da un altro punto di vista, può essere considerata anche un vanto piuttosto che una sconfitta. Come a dire che il “made in Italy” ha ancora il suo fascino.
In ogni caso i colori azzurri sono stati ben difesi nelle altre discipline. Nella categoria “Pizza Fantasia” a vincere è stata la pizza realizzata da Giuseppe Cravero, mentre Salvatore Gatta è medaglia d’oro per la “Mastunicola” (un disco di pasta preparato con strutto o olio extravergine, basilico e pepe per esaltare il sapore dell’impasto) che secondo molti sarebbe la vera antenata della pizza.
Dino Santonicola, che lavora negli Stati Uniti, ha vinto nella categoria “Pizza Fritta”, mentre ancora un giapponese Komatsu Masakazu è risultato essere il più creativo tra i pizzaioli arrivati a Napoli, aggiudicandosi la medaglia d’oro per la “Pizza Artistica”.
Gare a parte, la tre giorni napoletana è stata l’occasione per approfondire tutti i temi legati alla pizza. E si perché quando ci arriva nel piatto magari neanche ci pensiamo, ma un alimento così diffuso in tutto il mondo ha dietro un indotto ed una storia importanti fatto non solo di marchi ed ingredienti, ma anche di tante aziende (si pensi solo ai forni o alle palette).
Ecco perché, parallelamente alla gara ci sono stati laboratori del gusto, workshop ed incontri scientifici; insomma una vera e propria Convention Internazionale della pizza. E siccome pizza vuol dire anche turismo il Presidente dell’Associazione Verace Pizza Napoletana, Antonio Pane, ha anche annunciato un Pizza Tour nelle principali capitali europee: “nel 2013 saremo a Parigi, Londra, Madrid, Berlino e tante altre città; allestiremo un piccolo villaggio in ogni città dove terremo corsi per pizzaioli e degustazioni”.
E chissà che il campione olimpico 2013 non venga proprio da una di queste città…