Briguglia: il Natale di San Francesco

Nella Basilica di sant'Ambrogio, a Milano, il popolare attore darà voce e corpo al pensiero del poverello di Assisi, «il primo anticonsumista della storia».

20/12/2012
Paolo Briguglia, bravo e popolare attore, darà voce a San Francesco.
Paolo Briguglia, bravo e popolare attore, darà voce a San Francesco.

L’attore siciliano Paolo Briguglia, secondo di quattro fratelli, noto volto cinematografico per film con grandi registi quali I cento passi di Marco Tullio Giordana, Ma quando arrivano le ragazze? di Pupi Avati, Buongiorno notte di Marco Bellocchio, Baarìa di Giuseppe Tornatore, Basilicata coast to coast di Rocco Papaleo, si dedica anche al teatro sia come attore (sarà protagonista di Il gioco dell’amore e del caso di Marivaux al teatro Manzoni di Milano dal 29 gennaio 2013), sia firmando la regia, insieme a Edoardo Natoli, di Nel mare ci sono i coccodrilli, la storia vera di Enaiatollah Akbari, piccolo afghano sfuggito alla morte, grazie alla madre che lo ha costretto a partire, fra mille peripezie, per l’Italia, come è raccontato nel libro omonimo scritto con Fabio Geda.

Ora nella straordinaria cornice della basilica di Sant’Ambrogio di Milano, Briguglia racconta la vita di San Francesco leggendo lettere, lodi e preghiere, con le musiche eseguite dal vivo da Salon de Musiques e con la regia di Charlie Owens - conosciuto anni fa sul set del film di Pupi Avati - in una serata speciale, un dono per Milano, organizzato dall’instancabile Livia Pomodoro, che, oltre ad essere presidente del Tribunale di Milano, dirige con passione ed entusiasmo lo Spazio Teatro No’hma Teresa Pomodoro, dedicato alla sorella attrice e drammaturga prematuramente scomparsa.

Briguglia racconta: «Dopo aver impersonato il ruolo di frate Silvestro, uno degli amici di Francesco, interpretato da Raul Bova nella fiction tv del 2002, con la regia di Michele Soavi, ora tenderò al nucleo centrale del messaggio del santo così amato, poiché sarò in scena da solo e accompagnato dall’orchestra, senza scenografie e costumi. Punterò a far percepire la ribellione di Francesco alla figura paterna che incentrava la vita sul rapporto con il denaro, mentre egli insegnava a riscoprire, attraverso la povertà, ciò che c’è di più grande e di più sacro nell’animo umano. Se vogliamo riferirci ai nostri tempi, il messaggio di San Francesco è un viatico per questo Natale in cui siamo tutti forzatamente costretti a fare i conti con i portafogli vuoti e, contemporaneamente a buttarci nella corsa ai regali natalizi, cosa che personalmente detesto. Invece, bisogna riscoprire il senso del Natale: capire che all’interno di una comunità può avvenire uno scambio di esperienze e non di futili regali, per questo vorrei proprio che tra le righe delle parole di San Francesco, così penetranti, emergesse la condanna, quanto mai attuale, del consumismo».

La solidità e la formazione religiosa provengono a Paolo dalla sua grande famiglia, del tutto estranea al mondo dello spettacolo. I genitori, insegnanti universitari, come ricorda, lo hanno sempre sostenuto e incoraggiato nel suo lavoro di attore, a patto che lo affrontasse seriamente, come una “vocazione”: «Io sono l’unico non laureato della mia famiglia, mi sono però diplomato all’Accademia d’Arte drammatica Silvio d’Amico, perché mio padre e mia madre mi hanno sempre detto di impegnarmi fino in fondo e seriamente in quello che ritenevo giusto per me. Inoltre, poiché il mio mestiere può portare a delle deviazioni, dovute alla fama e al successo, i miei mi hanno insegnato a fare questo lavoro senza puntare a diventare famoso, ma per raccontare storie che abbiano una valenza civile e sociale, come ho sempre fatto scegliendo accuratamente le proposte secondo la mia etica personale».

E conclude ricordando di aver sempre letto Famiglia Cristiana a casa: «I miei genitori sono da sempre abbonati, perché è un giornale che rispecchia tutte le persone che vivono nella chiesa, quella più vicina ai poveri, proprio come voleva anche San Francesco!».

DOVE & QUANDO
UN DONO ALLA CITTA’ DI MILANO, FRANCESCO D’ASSISI, LA VITA DI UN SANTO. Con Paolo Briguglia, musiche dal vivo di Salon de Musiques, regia di Charlie Owens, organizzato da Spazio Teatro NO’HMA Teresa Pomodoro. Venerdì 21 dicembre ore 21, nella Basilica di Sant’Ambrogio, Piazza Sant'Ambrogio, 15 Milano. Ingresso gratuito con prenotazione, fino esaurimento posti.

Info: tel. 02/45.48.50.85-26.68.83.69.
Spazio Teatro NO’HMA Teresa Pomodoro, Via Andrea Orcagna 2, Milano, tel. 02/45.48.50.85- 26.68.83.69

Albarosa Camaldo
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Postato da Andrea Annibale il 20/12/2012 17:05

Per quanto siamo sordi e ciechi di fronte alla santità, la figura di san Francesco non può lasciare indifferenti. In lui la povertà si fa sorella, fratello e madre. L’imitazione di Cristo stupisce per la sua intensità. L’intelligenza del santo al servizio del Povero e dei poveri è intransigente sino alla follia, è offerta devota al Padre che è nei cieli. Oggi rivalutiamo san Francesco come eroe dell’anticonsumismo e mi pare giusto. Bisogna anche sottolinearne il rapporto con la natura e con il trascendente. Insomma, la santità di Francesco è poliedrica ed, allo stesso tempo, di una semplicità (apparente?) che abbaglia. Anche il viandante più distratto, come spesso siamo noi, si ferma lungo il cammino a contemplare questo sole che sorge ad imitazione del Maestro. In san Francesco c’è una ostinazione determinata nel salvare le anime e non c’è disprezzo per niente, ma una misericordia infinita per i peccatori. San Francesco non vorrebbe essere adulato, mi scuso per averlo un po’ fatto! Facebook: AAnnibaleChiodi; Twitter: @AAnnibale.

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