Partiti, dite qualcosa sulla cultura

Tutela e valorizzazione del nostro patrimonio artistico e ambientale sono le grandi assenti nei programmi delle forze politiche. Il Fai chiama i cittadini a indicare le priorità.

08/01/2013
I grandi della nostra storia fanno da testimonial alle "Primarie della cultura" del Fai.
I grandi della nostra storia fanno da testimonial alle "Primarie della cultura" del Fai.

«Dì qualcosa di sinistra», «Dì qualcosa di destra»: con queste parole i politici richiamano ironicamente i colleghi di partito che, dimentichi della loro identità e dei valori fondamentali, sembrano sconfinare nello schieramento opposto. I cittadini italiani dovrebbero unirsi in una sola voce per dire a tutti i politici, di destra, sinistra e centro: «Dite qualcosa sulla cultura, dite qualcosa sull'ambiente», riconoscendoli appunto come elementi imprescindibili della nostra identità, della nostra storia, del nostro futuro, come seppero indicare con sguardo lungimirante i padri della Costituzione.

Siamo già in clima pre-elettorale, ma un rapido sguardo ai programmi di partito e alle dichiarazioni dei candidati lascia una sensazione di desolante vuoto e di una radicale mancanza di consapevolezza del significato e delle implicazioni non solo simboliche, ma anche concrete, di questi temi.

La già famosa Agenda Monti non menziona né la cultura né l'ambiente fra i punti centrali della sua futura azione di Governo, in caso di elezione. Giustizia, lavoro, crescita, Europa, fisco, evasione fiscale, costi della politica, tutti punti importanti e sacrosanti, ma brilla, per la sua assenza, qualsiasi idea che riguardi la tutela e la valorizzazione del nostro patrimonio culturale e ambientale. In fondo, non c'è molto da stupirsene, visto che fra i molti meriti del Governo Monti non si possono annoverare l'impegno e gli investimenti in questo ambito, complice anche un  ministro, Ornaghi, piuttosto "latitante".

Giovani volontari del Fai (Ansa).
Giovani volontari del Fai (Ansa).

Fra il "Cosa facciamo del Pdl", una sorta di manifesto programmatico, l'unico capitolo che si avvicini a una presa di posizione sui temi della cultura e dell'ambiente è quello intitolato "Turismo motore di sviluppo", che denuncia però un errore di prospettiva di fondo: il turismo è uno degli effetti positivi di una politica attenta al nostro patrimonio, non certo la causa. La prova sta nella continua perdita di posizioni da parte dell'Italia nella classifica dei Paesi più visitati: difficile non rilevare la correlazione di questo fenomeno con l'assenza di strategie e investimenti adeguati.

Una piccola luce si accende nella sezione "Le nostre idee" del Pd: "L'economia verde è il futuro dell'Italia", dichiara Stella Bianchi, responsabile Ambiente del partito. Si definisce, seppur a grandi linee, un'idea di politica insustriale manifatturiera ed ecologica, l'esigenza di puntare sulla riqualificazione del già costruito contro il consumo di suolo... Più incerta la voce "Cultura", sviluppata con una serie di interventi, anche puntuali, su vari "episodi" (il restauro, il taglio dei fondi, gli enti lirici), mentre per un disegno organico bisogna risalire al marzo 2011. E se andasse al Governo adesso, il Pd, che idea avrebbe di cultura?

Questa rapida rassegna basta a evidenziare una grave mancanza di consapevolezza e un'inadeguata visione strategica delle nostre forze politiche. Dotata di uno dei più straordinari patrimoni sia artistici sia paesaggistici del mondo, l'Italia destina al settore un misero 0,19 per cento delle risorse pubbliche, benché decine di ricerche abbiano dimostrato che l'investimento culturale produce occupazione e ritorni molto interessanti sul profilo strettamente economico. Manca, purtroppo, la coscienza che la valorizzazione e un intelligente sviluppo del nostro patrimonio possono essere una delle chiavi per uscire dalle secche di questa crisi. Non è un caso che quasi nessuno, laddove si parla di crescita e sviluppo, citi le potenzialità del comparto.

Per questo vanno salutate con entusiasmo le "Primarie della cultura" indette dal Fondo per l'ambiente italiano (Fai): sul sito www.primariedellacultura.it i cittadini vengono chiamati a esprimere, entro il 28 gennaio, le loro priorità in materia di politiche ambientali e culturali. Le cinque più votate verranno sottoposte ai candidati di tutte le liste, nella speranza di vincere la loro storica distrazione. I tre temi più votati al momento dovrebbero essere tra le questioni centrali di ogni partito: assicurare almeno l'1 per cento del denaro pubblico al nostro patrimonio, arrestare il drammatico consumo di suolo del nostro territorio, piani certi per la sua messa in sicurezza.

A volte, per fare bella figura, basterebbe saper copiare e ascoltare i cittadini.

Paolo Perazzolo
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