06/09/2010
Placido Domingo e Julia Novikova nel Rigoletto trasmesso su Rai1.
Il Rigoletto a Mantova trasmesso da Rai1 sabato 4 e domenica 5 settembre ha rappresentato, prima di tutto, una straordinaria sfida tecnologica portata vittoriosamente a termine dalla RAI con l’impiego di maestranze e mezzi che nel mondo oggi non hanno forse eguali.
Eccezionale l’ambientazione, perfettamenta idonea al progetto, giunto alla terza puntata (dopo Tosca e Traviata). de “L’opera nei tempi e luoghi di”. L’orchestra suonava nello stupendo Teatro scientifico e i cantanti erano collegati al direttore Zubin Mehta mediante un sofisticatissimo impianto di monitor e microfoni. L’ascolto non ne ha risentito più di tanto. Il tutto, grazie alla regia di Marco Bellocchio (con qualche ingenuità) e alla splendida fotografia di Vittorio Storaro, si è risolto in un pezzo d’antologia televisiva, destinato a un pubblico generalista di oltre un miliardo di persone distribuite in ben 148 Paesi. In altre parole un modello di globalizzazione culturale (con un tantino di enfasi che però non guasta).
C’era anche la musica di Verdi in funzione di colonna sonora, che Mehta dirige da par suo, ossequiente alla tradizione. Vocalmente niente di eccezionale. Vittorio Grigolo ha il fisico ma non lo spessore e il fascino timbrico del Duca; la russa Julia Novikova rientra nel solco delle Gilde “leggere”; la coppia Sparafucile-Maddalena è ben esemplificata da Ruggero Raimondi e Nino Surguladze. Circa infine il protagonista, inutile attendersi Leo Nucci, il più grande Rigoletto dell’ultimo ventennio, ma privo del’appeal di Placido Domingo, confermatosi attore e interprete di intatto carisma, tale da avere ragione di eventuali défaillances vocali.
Giorgio Gualerzi