Dramma dei Ricchi e Poveri

Cancellata la prevista partecipazione del gruppo al Festival a causa della morte del figlio di Franco Gatti. Intanto non si spengono le polemiche dopo la prima serata.

13/02/2013
Maurizio Crozza nei panni dell'ex magistrato e ora leader di Rivoluzione civile Antonio Ingroia (Ansa).
Maurizio Crozza nei panni dell'ex magistrato e ora leader di Rivoluzione civile Antonio Ingroia (Ansa).

Avrebbe dovuto essere il loro gran ritorno sul palco dove per 12 volte negli ultimi 45 anni hanno allietato gli italiani con le loro canzoni sempre ricche di speranza e di allegria, da Che sarà, a Sarà perché ti amo a Se m'innamoro. E invece Fabio Fazio si è presentato prima conferenza stampa di Sanremo per annunciare che stasera i Ricchi e Poveri non ci saranno. Il figlio di Franco Gatti, il "baffo" del gruppo" è stato trovato morto stamattina nella sua casa di Nervi, nel levante di Genova. Si chiamava Alessio, aveva 23 anni e, stando alle prime notizie, pare che il decesso sia dovuto a overdose anche se il padre ha già seccamente smentito il fatto che facesse uso di sostanze stupefacenti. Con la "brunetta" Angela e il "bello" Angelo, il trio di recente era tornato alla ribalta in Italia con un nuovo disco, mentre in Russia, proprio come Toto Cutugno che si è esibito ieri sera, i Ricchi e Poveri sono dei veri e propri idoli e le loro canzoni vengono diffuse anche nelle discoteche. Sarebbe stato bello sentire la loro storia di italiani all'estero, ma purtroppo non sarà così.

Questa sera gli ospiti di punta saranno la modella Bar Rafaeli e Neri Marcorè che ha già annunciato che non parlerà di politica, mentre ancora non si spengono le polemiche per l'intervento di Maurizio Crozza di ieri sera. Certo, la contestazione  è stata becera e probabilmente orchestrata. Ma chi ieri sera dal palco dell'Ariston ha urlato "basta la politica a Sanremo!" non aveva tutti i torti. La sensazione, dopo aver visto il comico imitare Silvio Berlusconi con una parodia di "Formidable" di Charles Aznavour, è stata di aver assistito alla prima stonatura della serata. Fino a quel momento, la coppia Fabio Fazio-Luciana Littizzetto se l'era cavata più che bene e lo spettacolo era scivolato via gradevole, fra le battute più misurate di lei, arrivata in carrozza trainata da una doppia fila di cavalli ("Come cocchiere ho un esodato della Fornero"), l 'entusiasmo patriottico di lui che ha aperto il Festival con l'omaggio a Giuseppe Verdi, con il contorno di una scenografia che richiamava il mondo delle fiabe.

Ma soprattutto, come promesso, fino a quel momento la protagonista della serata era stata la musica, con i cantanti impegnati a interpretare ciascuno due canzoni, in generale di buon livello. Invece quando è apparso Crozza-Silvio B. che dalle tasche distribuiva soldi a destra e a manca sottolineando che "tanto sono i vostri" (gag ripresa pari pari dall'ultimo "Ballarò") più che ridere ha fatto tristezza. Il punto è proprio questo: le battute sulle "cene eleganti", così come le metafore di Bersani ("Siam mica qui ad accordare gli spaghetti alla chitarra") ce le sentiamo ripetere tutti i martedì su Rai3 e tutti i venerdì su La7 e poi ce le rivediamo la mattina dopo sui siti internet dei giornali. Ma un comico, per quanto bravissimo come Crozza, se si ripete alla fine stufa e in una serata come quella di ieri lo spettatore aveva il diritto di emozionarsi e criticare le canzonette, dimenticando almeno per un po' che siamo in campagna elettorale.

Toto Cutugno con il coro dell'Armata Rossa durante l'esecuzione di "L'italiano" (Ansa).
Toto Cutugno con il coro dell'Armata Rossa durante l'esecuzione di "L'italiano" (Ansa).

Detto questo, bisogna riconoscere che le due imitazioni successive che non a caso sono le meno usurate del repertorio del comico, quella dell'indolente Antonio Ingroia ("che vuole fare la rivoluzione, ma si fa fotografare su "Chi") e soprattutto quella del "montiano" Luca Cordero di Montezemolo che "fa parte di un'élite che si vede a Cortina incontra, Capri annuisce, Saint Moritz fa spallucce" sono state davvero esilaranti. In ogni caso, l'imitazione più riuscita è stata quella dello stesso Fazio che ha non ha dimenticato il talento che l'ha lanciato sfoderando un Bruno Vespa davvero irresistibile.

Tornando a Crozza, il suo monologo è stato il momento in assoluto più seguito della serata, con 17 milioni di spettatori incollati su Rai 1 alle 22.43. Ottimi anche gli ascolti complessivi, persino di poco superiori a quelli registrati l'anno scorso nella prima serata da Gianni Morandi: poco meno di 13 milioni di spettatori con il 48,28% di share. Fazio è stato puntuale: come aveva annunciato, ha chiuso a mezzanotte e mezza, quando però gran parte degli spettatori erano già andati a nanna perdendosi così le interessanti esibizione dei Marta sui Tubi e di Chiara Galiazzo e soprattutto il momento davvero nazional-popolare della serata: Toto Cutugno che ha cantato "L'italiano" accompagnato dal coro dell'Armata Rossa. Un'esibizione che è sembrata talmente fuori dal tempo da risultare davvero divertente, con autentici lampi di comicità surreale quando "l'italiano vero", commosso, ha commentato: "Mi viene da rimpiangere la Russia di un tempo". Al che Fazio, rivolto alla Littizzetto, ha chiosato: "E io che pensavo di dovermi preoccupare di lei!". Che Sanremo sia Sanremo, insomma: tanta musica, che quest'anno è buona e per sorridere basta e avanza Lucianina

Eugenio Arcidiacono
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